Mensa scolastica, caccia ai soldi
A Cernobbio mancano 9 mila euro

Il Comune ha deciso di accettare le carte di credito per venire incontro ai cittadini. «La situazione di Aclichef è migliorata ma ci sono ancora situazioni ingiustificabili»

Mangiare e non pagare: il problema è di preoccupante attualità e Cernobbio le sta pensando tutte per contenere quegli stessi effetti negativi che interessano un gran numero di Comuni.

La ristorazione scolastica continua a dare dei problemi in quanto non tutte le famiglie rispettano le regole di buon comportamento, così che i livelli di mancato pagamento dei buoni pasto hanno raggiunto una quota non indifferente senza aver dato luogo ad alcuna eclatante sospensione dell’erogazione nei confronti dei morosi.

L’assessore ai Servizi sociali cernobbiesi Eleonora Galli, che tutti i giorni si deve confrontare con le inquietanti realtà poste dalla crisi di singoli e famiglie, pur nella consapevolezza che gli oneri per il mancato pagamento vanno a ricadere sulla Aclichef, società appaltatrice del servizio e non sul bilancio comunale, ha deciso di intervenire con un’iniziativa pilota rivolta a agevolare il dialogo tra le famiglie e il fornitore delle prestazioni.

«Confidiamo che le nuove possibilità di pagamento e di controllo della propria posizione offerte ai genitori degli alunni che usufruiscono del servizio di refezione scolastica possano consentire ad Aclichef di saldare gli attuali crediti sui buoni pasto che ammontano a quasi novemila euro». Così l’assessore commenta sulla home page del sito Internet istituzionale del Comune l’attivazione di un collegamento diretto con lo spazio web di Aclichef dedicato agli utenti del servizio di mensa scolastica.

LEGGETE l’ampio servizio

su LA PROVINCIA di GIOVEDÌ 19 marzo 2015

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