Morto in cella, il giudice riapre il caso. «Il mio Maurizio non si è tolto la vita»

Respinta la richiesta di archiviazione della Procura: «Probabile istigazione al suicidio». La compagna: «Voleva cambiare vita»

«Maurizio non si sarebbe mai ucciso. Il nostro futuro era fatto di progetti e di una vita assieme», dice la fidanzata, Marta. Ma il 31 ottobre scorso il futuro di Maurizio Riunno, 28 anni di Lomazzo, si è improvvisamente coniugato in un presente di lacrime e dolore per amici e parenti.

Suicidio, caso chiuso. Aveva sentenziano la Procura, al termine di una veloce inchiesta sulla morte del giovane, trovato senza vita nella sua cella del carcere del Bassone, ucciso da un lenzuolo stretto attorno al collo. Una conclusione che il giudice delle indagini preliminari non ha condiviso, accogliendo il ricorso presentato dall’avvocato Massimo Guarisco, legale prima di Riunno e ora dei suoi familiari.

«Istigazione al suicidio» è l’ipotesi di reato sulla quale il magistrato ha ordinato di investigare. E dopotutto la stessa Procura aveva ipotizzato che il suicidio di Riunno potesse essere stato provocato, salvo poi chiedere l’archiviazione del caso per mancanza di elementi a carico di papabili sospettati.

Maurizio Riunno era entrato in carcere il 21 ottobre, arrestato con l’accusa di aver partecipato al pestaggio punitivo di Carlo Longo, 35 anni, in un bosco di Limido Comasco. Un raid al quale avrebbe partecipato anche il cugino di Riunno, ovvero Filippo Internicola, in cella perché accusato - tra l’altro - di aver partecipato all’omicidio di Ernesto Albanese a Guanzate.

Insomma, il contesto di conoscenze e relazioni è tale da far suonare più di un campanello d’allarme per quello che, a prima vista, sembrava il suicidio di un detenuto sconvolto per il suo arresto. «Ho conosciuto Maurizio 3 anni fa - ricorda ora Marta Berardinello, la fidanzata - L’ho visto in un bar ed è stato subito amore a prima vista. Volevamo sposarci Io avevo anche già comprato il vestito del matrimonio. Mancavano solo alcune formalità. Lui mi diceva che avrebbe cambiato vita».

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