Netturbini, quattro licenziati
nel giro di due mesi

Procedimenti per motivi disciplinari, e per due terzi dei dipendenti

ereditati da Aprica un certificato di inabilità alle mansioni più pesanti

Como

Quattro procedure di licenziamento per motivi disciplinari nell’arco degli ultimi due mesi, decine di richiami (molti dei quali hanno determinato una sospensione dal lavoro).

Emergono nuovi, più gravi, elementi intorno al caso dei dipendenti di Aprica, la società che ha in appalto la raccolta dei rifiuti in città. All’ombra del vero e proprio record di assenze per malattia - qualcosa come 5mila ore nel giro di 6 mesi distribuite tra i 147 addetti - sembra delinearsi un quadro molto pesante che l’azienda ha ereditato dal precedente appaltatore, Econord.

E proprio il passaggio di testimone pare possa essere stato il fattore che ha scatenato quella che somiglia a una guerra silenziosa di una parte del personale contro la nuova società. Allergia alle novità? No, in ballo piccoli ma ramificati interessi concreti.

La nuova gestione ha puntato a scardinare certi antichi meccanismi e, inevitabile, è scattato il braccio di ferro con una parte dei dipendenti. Una parte, sia chiaro, perché la maggioranza degli addetti lavora e non poco, anzi è chiamata a farlo in misura ancora superiore di fronte alla latitanza di alcuni colleghi.

L’azienda a fronte di un dato sulla malattia oggettivamente anomalo ha attivato da tempo tutte le verifiche che la normativa le consente di fare. I margini di intervento concreto, però, sono limitati. Il tema è stato oggetto di confronto anche con le organizzazioni sindacali. Queste ultime sono state costrette a cedere sul pagamento dell’indennità di risultato, la cui elargizione è legata in parte al numero di assenze dal lavoro.

Non solo, agli occhi dei dirigenti di Aprica, nella fase di avvio del nuovo appalto, è suonata subito anomala anche un’altra circostanza: due terzi degli addetti ereditati da Econord aveva un’inabilità certificata dai medici per le mansioni più pesanti che, si capisce bene, in una professione come l’operatore ecologico non sono esattamente un elemento secondario.

Richiami al rispetto del regolamento e sanzioni disciplinari negli ultimi mesi ce ne sono stati parecchi. In quattro casi è stata attivata una procedura di licenziamento il cui esito in ogni caso non è scontato (i lavoratori interessati hanno presentato formale opposizione al provvedimento).

Di certo c’è, per ora, che a fronte di un contesto tanto compromesso, Aprica con la parte sana del suo personale sta facendo i salti mortali per assicurare, comunque, la pulizia delle strade e il ritiro dei sacchi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA