Olgiate, l’appello della Diocesi
«Diamo speranza alla Sisme»

Appello dell’ufficio pastorale per il lavoro per una soluzione costruttiva della vertenza

L’obiettivo è quello di evitare i 223 licenziamenti che potrebbero scattare a inizio gennaio

«Tutti alla Sisme costruttori di speranza». L’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del Lavoro fa appello a una soluzione costruttiva della vertenza, per evitare 223 licenziamenti su 484 occupati. Rischio concreto se entro l’11 gennaio, quando scadrà la procedura di mobilità, non sarà raggiunto un accordo per proseguire con i contratti di solidarietà nel 2014.

«Il caso Sisme ci obbliga a riflettere sui valori che costituiscono la base di un corretto dialogo tra le parti: persone e impresa – osserva l’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del Lavoro - Questi valori sono la giustizia e la verità, mettendo sempre al centro la custodia e lo sviluppo della dignità della persona umana. Nulla nel creato può prescindere dall’azione dell’uomo, sia quando è chiamato a una funzione decisionale carica di responsabilità, sia quando svolge mansioni di collaborazione e investe nel lavoro la propria competenza professionale».

Questo, si sottolinea, vale: «Per chi guida l’impresa e anche per chi vi presta l’opera o rappresenta i diritti dei lavoratori. La collaborazione tra questi soggetti, anche nelle inevitabili tensioni e diversità di punti di vista, va tenacemente cercata e messa in atto: solo così viene creata ricchezza duratura e viene orientata al bene comune».

Dall’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del Lavoro l’invito a ricercare la via del confronto costruttivo: «Il dialogo tra le parti richiede sempre fatica, approfondimento dei problemi, reciproca informazione e fiducia di base e diventa percorribile se si fonda sui valori richiamati in precedenza: la verità rende palese la strada da percorrere e la giustizia fornisce i mezzi e gli strumenti per raggiungere l’obiettivo».

Il punto di equilibrio deve essere il bene comune: «Nella verità bisogna quindi esaminare e percorrere tutte le opportunità che il territorio, la società, il mercato e lo Stato propongono senza piegarle alla miope logica del massimo profitto a tutti i costi, ma utilizzandole per il bene comune del futuro dell’impresa, delle persone e delle famiglie».

Una situazione di crisi, come l’attuale, richiede senso di responsabilità: «Stiamo vivendo un periodo natalizio difficile sia per chi ha la responsabilità ultima dell’impresa, perché attraversato da tante domande e da pressanti e complessi problemi, sia per chi collabora all’impresa e vede il proprio futuro attraversato da tante incognite e minacce. La comunità cristiana, in tutte le sue componenti, auspica una ripresa costruttiva del dialogo, con il massimo sforzo di trasparenza, sincerità e spirito costruttivo, perché tutte le parti approfondiscano la reciproca conoscenza e la trattativa non diventi sempre e solo contrapposizione, ma promuova la condivisione dei problemi per trovare soluzioni eque, che valorizzino sia l’azienda sia le persone che vi collaborano con il proprio lavoro».

© RIPRODUZIONE RISERVATA