Operaio morto a Cavargna
Ci sono 5 indagati

I titolari delle imprese impegnate nei lavori alla centrale sotto accusa per l’omicidio colposo di un uomo di 48 anni

Appalti, subappalti, consulenze, datori di lavoro formali, datori di lavoro di fatto. Non è stato semplice, per la Procura di Como, ricostruire la storia dello sfortunato operaio rumeno morto un paio di settimane prima del Natale del 2018, precipitando lungo un dirupo roccioso per una ventina di metri, durante i lavori per la realizzazione di un muro in sassi nell’impianto idroelettrico “Cavargna Alta”. Ma, alla fine, il pubblico ministero Maria Vittoria Isella ha concluso l’inchiesta e formalizzato una serie di accuse di omicidio colposo aggravato nei confronti di una serie di soggetti impegnati, con le loro aziende, nel cantiere maledetto teatro anche di un altro gravissimo infortunio sul lavoro.

Per la morte di Zyber Curri, operaio kosovaro di 48 anni residente a Edolo, in piena Valle Camonica (provincia di Brescia), la Procura ha notificato un avviso di conclusione delle indagini a cinque persone, tutte accusate di violazioni delle norme in materia di sicurezza del lavoro che avrebbero così causato la morte dell’operaio.

Per la Procura i cinque indagati avrebbero dovuto sospendere i lavori, quel dicembre, in considerazione della pericolosità del cantiere, visto che si erano formate lastre di ghiaccio particolarmente scivolose (proprio su una di quelle sarebbe scivolato l’operaio, poi precipitato nel dirupo); inoltre avrebbero omesso di predisporre dei parapetti o comunque delle protezioni nel luogo dei lavori per congiurare possibili cadute.

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