Passaggi a livello, la Regione accusa
«La colpa è di Roma»

L’assessore Terzi: situazione non dipende da noi. Ma bussa a Ferrovienord «per capire come intervenire»

Regione Lombardia chiede a Ferrovienord (che fa parte del gruppo Fnm, nel cui capitale azionario c’è, per il 57%, proprio il Pirellone) di chiarire cosa è stato fatto e se si può fare qualcosa per evitare il raddoppio dei tempi con i passaggi a livello abbassati lungo viale Lecco, ma contestualmente scarica anche su Roma e sul Governo le responsabilità.

«Notevoli difficoltà viabilistiche»

«La situazione non dipende in alcun modo da Regione - interviene l’assessore regionale ai Trasporti Claudia Maria Terzi - ma da norme nazionali della Ansf (Agenzia nazionale per sicurezza delle ferrovie, ndr) che i gestori dell’infrastruttura e le imprese ferroviarie sono tenute ad applicare. Si tratta di norme che incrementano la sicurezza, ma aumentano i tempi di gestione dei passaggi a livello». Terzi ha ben chiaro la situazione che si potrebbe delineare nella città di Como già denunciata dal sindaco Mario Landriscina e dall’assessore ai Lavori pubblici Pierangelo Gervasoni e finita anche sul tavolo del prefetto poiché, oltre a ripercussioni pesanti sotto il profilo viabilistico, i tempi di chiusura dei passaggi a livello, impatteranno negativamente anche sui mezzi di soccorso. I numeri forniti dal primo cittadino prevedono che le sbarre di viale Battisti (il punto peggiore dal punto di vista viabilistico) passeranno da una chiusura di 1 minuto e un secondo a 2 minuti e 15 secondi; quelle tra viale Lecco e via Bertinelli da 59 secondi a 2 minuti e 45 secondi e, da ultimo, quelle tra viale Lecco e piazza Verdi da 59 secondi a 2 minuti e 30 secondi.

L’assessore regionale dice infatti che queste modifiche ai passaggi a livello comportano «come nel caso di Como, notevoli difficoltà dal punto di vista viabilistico». E aggiunge: «So che i parlamentari Lega presenteranno un’interrogazione: è eventualmente sul piano nazionale che si può incidere per trovare una soluzione. Occorrerebbe tenere conto delle situazioni critiche senza per questo venire meno ai requisiti di sicurezza ferroviaria». Insomma, trovare una via d’uscita che, inevitabilmente, dovrà passare da Roma. «Ci interfacceremo anche con Ferrovienord - precisa - per capire se ci sono eventuali margini di intervento, perché è evidente che questa situazione sarebbe molto impattante per la viabilità cittadina». Da chiarire, a riguardo se la società di trasporto si sia già mossa in qualche modo per evidenziare all’Agenzia nazionale il caso specifico comasco e se, in qualche modo, si possa ottenere una deroga.

Da Ferrovienord rimandano a quanto già comunicato nei giorni scorsi e cioè, che si sono limitati ad eseguire le disposizioni arrivate dall’Ansf. «Nella tratta Como Camerlata – Como Lago, Ferrovienord - avevano chiarito - ha completato l’installazione del sistema di sicurezza Scmt (Sistema di Controllo della Marcia del Treno). L’intervento è stato realizzato in base alle prescrizioni dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie). Questa tecnologia, già presente su tutta la rete Ferrovienord consente di verificare se il comportamento del macchinista sia coerente con le caratteristiche della linea e con l’aspetto dei segnali incontrati. Ad esempio, in caso di superamento di un segnale rosso o della velocità massima, si attiva automaticamente la frenatura del treno».

«Tempi da monitorare»

E sui tempi si sono limitati a ribadire quando avevano già detto nei mesi scorsi, senza fornire ulteriori indicazioni sulle ripercussioni: «L’attivazione dei nuovi impianti di segnalamento comporterà un allungamento dei tempi di chiusura dei passaggi a livello della tratta Como Camerlata – Como Lago. L’aumento dei tempi sarà monitorato dopo l’entrata in funzione del Scmt prevista nel mese di settembre».

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