«Per fare il sindaco
devi essere un pazzo»

Il sindaco di Cantù alle prese con le prime crepe in maggioranza

Lui tira avanti: «Sono fatto così: se devo dire una cosa, la dico»

Per fare il sindaco oggi, se ne dice certo, bisogna essere pazzi. Nel caso di Claudio Bizzozero, poi, si aggiunge anche un carattere tutt’altro che malleabile, con uscite dirompenti che spesso lasciano i cocci per terra. E che in qualche caso hanno cominciato a lasciare segni anche all’interno di una maggioranza che era sempre stata granitica. Ma lui è così, prendere o lasciare.

Lavori in Corso finora era apparsa un monolite, oggi si vedono le prime crepe. Come lo si gestisce?

E’ colpa mia - ammette -, del modo il cui interpreto l’attività di sindaco. Per qualcuno ci si deve limitare a guardare alla città, al nostro orticello, e i panni sporchi vanno lavati in casa. Io non sono così, se una cosa va detta va detta, punto.

Lei di certo le dice, e a volte scatenando delle vere bufere. Ne vale la pena?

C’è chi vuole un approccio soft, io no. Questi sono momenti duri, e richiedono durezza. L’Italia sta fallendo, se non è già fallita, e il tempo della cuccagna è finito. Se qualcuno, nel mondo del pubblico impiego o dell’associazionismo, non se n’è accorto, è ora che lo faccia.

Questo però porta a creare conflitti. Con la sua maggioranza, con le opposizioni, con la Pro Cantù…

Non sono stato eletto sindaco per scaldare la sedia, e finché resterò con questo ruolo continuerà così. Se significa causare dei conflitti sono pronto a farmene carico.

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