Piazza Garibaldi, pozzo senza fine
Cantù spende altri 25mila euro

Giunta costretta ad attingere dal bilancio comunale per la causa con l’impresa. Tempi lunghi per l’indennizzo. Ma almeno per ora i lastroni stanno tenendo

Altri soldi da spendere. Per cercare di ottenere quelli che spetterebbero al Comune ma probabilmente non si vedranno mai. E intanto la città continua una connivenza un po’ scomoda con piazza Garibaldi, rimpianta nella sua vecchia veste e mai amata in quella nuova. Né paiono profilarsi ulteriori cambi di volto all’orizzonte.

Il Comune torna a prelevare dalle proprie casse, ancora una volta per colpa della riqualificazione del crinale e della serie infinita di problemi che ha portato con sé, tra cause legali e scarsa tenuta dei lastroni ballerini di granito dell’Adamello. Proprio nei giorni precedenti Natale l’area tecnica del Comune ha chiesto alla giunta di effettuare un prelevamento dal fondo di riserva da 25.226 euro da destinare alle spese di registrazione del lodo arbitrale relativo alla procedura contro la ditta Icm, perché lo stanziamento risulta insufficiente.

Come noto, nei mesi scorsi la corte d’appello aveva rigettato l’istanza di sospensione dell’esecutorietà del lodo arbitrale nei confronti della Costruzioni moderne Icsm srl e Spirit srl, con il quale il Comune si era visto riconoscere 855mila euro di risarcimento. La società che si è occupata dei travagliati lavori di riqualificazione del crinale, però, è stata messa in liquidazione, e al Comune, in quanto creditore privilegiato, è stato assegnato un immobile pignorato che verrà messo all’asta, il cui ricavato prenderà la strada per Cantù. O meglio, dovrebbe prenderla. Una palazzina ad Agrigento sulla quale gli uffici comunali hanno già effettuato le visure catastali del caso, ma ancora il tribunale siciliano non ha fissato la data della messa all’asta.

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