Porlezza, ex collegio
Gioiello condannato al declino

Decenni di incuria per un edificio storico di 44 mila metri cubi

Proibitivi i costi del recupero e i progetti sono stati via via abbandonati

L’ex collegio Sant’Ambrogio ha un aspetto sempre fatiscente, quasi sinistro, ma la speranza di un suo recupero, che per una decina d’anni è sembrata sul punto di concretizzarsi, si è a dir poco affievolita, se non vanificata. Prima un centro per anziani, poi un complesso residenziale, commerciale e turistico, con un albergo di lusso: la società proprietaria, Peruvina, con amministratore è Benvenuto Guattini e alcuni noti imprenditori locali coinvolti, ha rivisto gli obiettivi, ha corretto i progetti, ma quando tutto sembrava in ordine, ha riposto le ambizioni.

«Abbiamo sempre cercato, da parte nostra, di favorire il recupero dello storico complesso, sia per una questione di immagine, sia di sviluppo del paese - assicura il sindaco, Sergio Erculiani - . Un progetto di tali proporzioni, tuttavia, deve garantire un tornaconto immediato al Comune e sotto una determinata soglia minima non possiamo andare. Viviamo una fase critica e comprendo le esigenze della proprietà, che ha dovuto fare a meno di possibili finanziamenti pubblici, ma il Comune non può rinunciare a quanto gli spetta per legge».

A fronte di 44 mila metri cubi di volumetria utilizzabile, il privato avrebbe dovuto realizzare una strada pubblica alternativa per l’accesso a Tavordo, un parcheggio e un parco pubblico, mettere in sicurezza lo svincolo di accesso alla frazione e destinare 800 mila euro in contanti al Comune. Abbiamo seguito con la massima attenzione l’iter progettuale - prosegue Erculiani - dimostrando alla Sovrintendenza che il complesso non presentava parti così antiche. C’è stato anche uno spostamento di determinati volumi e, soprattutto, l’ultimo progetto prevede anche l’abbattimento della torre retrostante, dal notevole impatto. Ora che ci sarebbero i presupposti per partire con i lavori, tuttavia, il privato ha riposto, almeno temporaneamente, le proprie ambizioni».

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