Prefetture verso la fusione
Como ingloba anche Lecco

Entro la fine del 2016 tutte le funzioni saranno in via Volta - Previsto un risparmio di 1 milione. Probabili tagli anche alle questure

Sono passati 23 anni da quel 6 marzo 1992: con il decreto del Presidente della Repubblica numero 250 veniva istituita la Provincia di Lecco.

Ora, passo dopo passo, quel decreto sembra perdere valore, almeno nei fatti. E l’ultimo tassello di quello un progressivo accorpamento di funzioni amministrative è arrivato proprio ieri, con un nuovo decreto, che prevede il taglio di 23 prefetture. Tra queste, anche quella di Lecco, che verrebbe così riassorbita da Como, in quello che prenderà il nome di Ufficio territoriale dello Stato.

Non si tratta di una cosa immediata, in quanto la soppressione dovrà essere realizzata entro il 31 dicembre 2016, quindi tra oltre un anno. Sarà un passaggio graduale e le Prefetture diventeranno così 80 rispetto alle attuali 103. Si stima che per ogni prefettura soppressa si realizzera un risparmio di 1 milione di euro. I tagli riguarderanno anche le questure e i comandi dei vigili del fuoco delle sedi interessate. Immediata la protesta dei sindacati che hanno chiesto un incontro urgente con il ministro Alfano.

È il vice prefetto vicario di Lecco Gennaro Terrusi a rilevare che l’accorpamento delle Prefetture sarà un processo che richiederà tempo: per un anno e quattro mesi ancora la Prefettura continuerà a funzionare, anche se a questo punto si darà il via alle operazioni di dismissione. Non ci sarebbe dunque niente di irrazionale nella nomina del nuovo prefetto di Lecco che il Consiglio dei ministri aveva approvato non più tardi di tre mesi fa.

Un provvedimento che va di pari passo a quello che prevede la fusione della Camere di Commercio, con Como che per l’accorpamento ha scelto come partner preferenziale proprio Lecco, per un’unione che farebbe fare un salto nel passato proprio di 23 anni, quando le due province erano una cosa sola.

A questo va ad aggiungersi anche il fatto del sostanziale addio a quelle che erano le vecchie amministrazioni provinciali, che pian piano hanno perso competenze e risorse anche in seguito alla recente riforma voluta dal governo Renzi.

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