Scale a chiocciola e sotterranei

Ecco i misteri di Sant’Ambrogio

L’antico monastero di piazza Marconi nasconde ancora oggi molti segreti

Viaggio fra terra e cielo in uno dei monumenti più affascinanti di Cantù

Cantù

Ogni città ha i suoi luoghi magici. Antichi edifici avvolti di mistero, che l’implacabile trascorrere del tempo non fa altro che ammantare di fascino sempre nuovo.

A Cantù uno di questi luoghi è senz’altro la ex chiesa di Sant’Ambrogio, anno di grazia 1570, che si affaccia su piazza Marconi.

Restituita (a singhiozzo) alla città solo da pochi anni, è l’esempio di come un monumento violentato per secoli dagli uomini e dall’incuria possa comunue mantenere una sua maestosa (e anche inquietante) bellezza.

La navata principale con la sua cupola affrescata dai Recchi, tirate a lucido durante l’Amministrazione Tiziana Sala, è potuta essere ammirata da molti canturini.

Ma in pochi sanno che Sant’Ambrogio custodisce ancora tesori ignoti a tutti, tranne che a un pugno di addetti ai lavori.

Come le antiche cantine, ad esempio, alle quali si accede attraverso un passaggio costellato da cadaveri mummificati di piccioni e scorpioni lunghi cinque centimetri.

Un’altra sorpresa la ex chiesa la riserva lungo la parete destra rispetto all’ingresso principale. Attraverso una porticina si accede a una stupefacente scala a chiocciola che si arrampica sin quasi alla cupola.

L’articolo completo sul giornale in edicola domenica 11 agosto.

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