Scuola, la protesta trasloca:
occupato il "Caio Plinio"

La scritta che campeggiava qualche giorno fa sul Giovio è ricomparsa in viale Cattaneo. Passa di mano il testimone anti-Gelmini ma in dimensioni più contenute

«Scuola occupata». La scritta che qualche giorno fa campeggiava sulla facciata del liceo «Giovio», mercoledì mattina è ricomparso fuori dal «Caio Plinio», in viale Cattaneo. C’è stato un passaggio di testimone tra i due istituti, peraltro coinciso con l’approvazione in Senato del decreto Gelmini, che ha ulteriormente cementato il fronte della protesta. Il copione è simile a quello andato in scena la scorsa settimana in via Paoli, solo con un’adesione più contenuta. Un po’ perché la Ragioneria ha meno iscritti dello Scientifico, un po’ perché la preside ha istituito un servizio di vigilanza che ha impedito agli studenti di altre scuole di unirsi alla rivolta, un po’ per ragioni storiche. Sì, perché dal 1979, anno in cui si insediò in presidenza Antonio Di Martino, rimasto alla guida del «Caio Plinio» per 25 anni e ora al «Pessina», venne approvata dal Consiglio d’istituto (con 8 voti favorevoli e 7 contrari) un emendamento al Regolamento della scuola che prevede l’assenza ingiustificata per chi aderisce a occupazione o cortei. Le possibili conseguenze di uno "sciopero" sul voto in condotta hanno sempre dissuaso gli studenti dalla Ragioneria dal partecipare a qualsiasi manifestazione, al punto che nel ’99 si beccarono l’epiteto di "conigli" dai colleghi di altre scuole. E vennero difesi da Di Martino che diede dei "pecoroni" a chi scioperava, perché - è la sua filosofia - «lo sciopero è un diritto dei lavoratori, che lo esercitano perdendo la paga», mentre «agli studenti non compete».
Stavolta, invece, i "conigli" si sono trasformati in "pantere" e hanno occupato la scuola.

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