«Senza il mio amore non riesco a vivere
Nicoletta, mi manchi»

Sposò la compagna all’hospice un anno fa. «Volevo portarla a casa, è morta tre giorni dopo. Lei mi guida dalla tomba, ma io soffro ancora»

«Non riesco a uscire da questa situazione. Non riesco a togliermela dalla testa. L’ho sempre qui, davanti agli occhi, il mio amore, mia moglie».

Giovanni Isolano al dito porta due fedi. Una è sua, una è di Nicoletta Tettamanti, l’amore della sua vita, sua moglie per tre giorni. «L’ho fatta allargare per tenerla al dito».

Isolano ha sposato Nicoletta quando lei era già malata di tumore e le metastasi così gravi che la donna era stata ricoverata all’Hospice. L’ha sposata proprio perchè non voleva lasciarla in ospedale.

«Non eravamo sposati, io non potevo portarla a casa come avrei voluto, allora gliel’ho promesso. “Amore, appena ti sposo ti porto a casa”. Non mi piaceva che stesse lì con gli altri malati. Lì sono bravi, ma secondo me lì lei peggiorava. Aveva bisogno di me, aveva bisogno di noi . E tutti in ospedale facevano il tifo per noi. Me l’aveva detto anche una dottoressa. “Guardi che è gravissima. È in vita solo perchè aspetta di sposarla. Quando l’avrà sposata la perderà». E così è andata.

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