Cadavere di Guanzate
La vittima aveva 31 anni

Manca la conferma ufficiale, ma gli inquirenti sospettano che il corpo sia di un uomo di Fino Mornasco. Tre gli arresti a margine del macabro ritrovamento

Non c’è ancora la conferma del Dna, ma secondo gli inquirenti il cadavere trovato sepolto dalla squadra mobile sotto tre metri di terra in un giardino di via Patrioti di Guanzate sarebbe quello di Ernesto Albanese, 31 anni di Fino Mornasco.

Scomparso dal giugno scorso, gli inquirenti sospettano possa essere lui la vittima di quello che senz’ombra di dubbio si tratta di un delitto, forse maturato nel mondo dello spaccio di droga o forse legato a uno sgarro.

Storiaccia, comunque, di cui peraltro sembra si sia scritto, per ora, soltanto il primo capitolo, sullo sfondo di tante ombre, a partire da quella di una sorta di “mala” comasca, mix di facce e nomi che non assumono mai i connotati di una vera e propria organizzazione criminale ma che pure si rincorrono, da anni, tra aule di giustizia, fascicoli di indagine, pagine di giornali.

Le ordinanze di custodia cautelare, chieste e ottenute dal pm Massimo Astori - titolare del fascicolo di indagine - riguardano tre persone, rinchiuse nel carcere del Bassone, con le accuse di rapina e di sequestro di persona. Sono i due fratelli Filippo e Andrea Internicola, rispettivamente 42 e 46 anni, di Lurago Marinone, e Rodolfo “Rudi” Locatelli, 39 anni, guanzatese.

«Nessuno di loro risulta, al momento, indagato per omicidio», precisa l’avvocato Piermario Vimercati, che assiste Locatelli, e che non fa che confermare il grande mistero di tutta questa faccenda, cioè quello che riguarda il nesso tra gli arresti e il ritrovamento.

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