«Sernio, morto cadendo nella diga, una tragedia inspiegabile»

Infortunio Ieri A2A ha incontrato i sindacalisti nel luogo dell’incidente costato la vita a Amilcare Marchetti . «Il macchinario usato per la pulizia delle briglie sembra sicuro». Si confida nelle immagini delle telecamere

Si indaga sulle cause della morte sul lavoro di Amilcare Marchetti, 54enne di Tirano dipendente di A2A. Alcune importanti risposte sulla dinamica possono arrivare solo dai filmati della videosorveglianza, ora in mano alla Procura di Sondrio.

Si spera che dalle immagini si possa ricostruire con esattezza che cosa è accaduto venerdì pomeriggio nella diga di Sernio, come mai Marchetti - lavoratore esperto - sia finito in acqua e sia annegato nel bacino artificiale.

L’incontro alla diga

Ieri pomeriggio i rappresentanti sindacali hanno incontrato l’azienda proprio per cercare di capire la dinamica dell’accaduto, hanno visitato il luogo del tragico infortunio e visionato il macchinario con il quale l’operaio 54enne stava operando alla pulizia delle briglie della diga.

«A2A non si capacita di come si sia potuto verificare la tragedia - afferma Vittorio Boscacci, segretario Filctem Cgil Sondrio, al termine dell’incontro -. Ci hanno portato a vedere la zona e come funziona il macchinario, che senza dubbio risulta di essere sicuro, con protocolli di sicurezza efficaci. Effettivamente è proprio difficile spiegarsi cosa sia successo, soprattutto pensando che Marchetti aveva 32 anni di esperienza, descritto da tutti i suoi colleghi come esperto e capace. Viene da pensare a una tragica fatalità, probabilmente quando ormai aveva finito di utilizzare il macchinario per la pulizia delle briglie. Ma senza aver visto il filmato delle telecamere di videosorveglianza è impossibile dire come sia andata».

«Seguiremo passo per passo questa vicenda - assicura poi Cristiano Mazzucotelli, segretario nazionale Flaei Cisl -. Con l’azienda siamo d’accordo per programmare un nuovo incontro quando saranno chiariti i fatti, così da decidere insieme quali azioni mettere in campo. Il tema della sicurezza sul lavoro è fatto sì di azioni preventive, ma anche di promozione della cultura della sicurezza. Per questo motivo è necessario lavorare su entrambi i fronti, infortuni come questo non devono accadere più e bisogna fare tutto il possibile per raggiungere questo importante obiettivo».

Niente autopsia

Intanto, la Procura di Sondrio ha deciso di non disporre l’autopsia sul corpo dell’operaio: ha ritenuto sufficiente la ricognizione cadaverica già effettuata nella giornata di ieri. La causa della morte, infatti, appare ormai già chiara, l’operaio è morto per annegamento.

A breve, quindi, la salma dovrebbe essere restituita alla famiglia, a mamma Giuliana e al fratello Matia, per la sepoltura. Probabilmente già oggi si potrà sapere se e quando si svolgeranno i funerali.

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