Sisme, il parroco di Olgiate
«Ha prevalso il profitto»

Le riflessioni di don Marco Folladori sui recenti licenziamenti in azienda. «In nome di scelte economiche corrette si calpesta la dignità della persona»

«Non si metta al centro il solo profitto, ma il bene collettivo e l’utilità comune». In sintesi il senso delle riflessioni del prevosto, don Marco Folladori, sulla vertenza Sisme. «Rivedendone, come in un film, le varie e spesso turbolente fasi, viene spontaneo pensare che l’esito, purtroppo, era già deciso e scritto fin dall’inizio».

Il parroco aggiunge: «L’impressione è che, al di là dei soggetti coinvolti, il vero protagonista sia stato il principio della massimizzazione del profitto o legge del mercato. Certo, un’azienda per poter vivere deve produrre profitto e assecondare le esigenze del mercato. Questo non vuol dire, però, che non debba tener conto anche di altri valori almeno altrettanto importanti, in primis, la persona umana e la sua dignità. I lavoratori della Sisme hanno scritto sulla recinzione della fabbrica una frase di papa Francesco: “senza lavoro non c’è dignità!”»

In nome di scelte “corrette e doverose” dal punto di vista strettamente economico, rimarca il prevosto: «Si calpesta la dignità di chi, qui da noi, è espulso dal mondo del lavoro e si ritrova senza prospettive, senza futuro, senza speranza; e anche di chi, in Slovacchia piuttosto che in Cina, o in altri paesi “emergenti” è costretto a lavorare a bassi stipendi e con poche garanzie».

Il risultato è il dramma che si vive a Olgiate e dintorni: «Amarezza nell’assistere impotenti alla rabbia, alla delusione e anche alle lacrime di chi ha ricevuto la lettera di licenziamento. Amarezza nel pensare ai sacrifici, privazioni e anche umiliazioni che tante nostre famiglie dovranno affrontare. Amarezza, come credenti, nel constatare che duemila anni di cristianesimo non sono riusciti a smascherare e, tantomeno, a vincere l’antico idolo del denaro». Non manca un mea culpa: «Qualche volta si ha l’impressione che le nostre comunità abbiano curato per secoli le chiese, le liturgie, la trasmissione della dottrina, anche la carità personale e spicciola… ma abbiano fallito nel proporre in modo radicale la novità del Vangelo, che riguarda l’uomo in tutte le sue dimensioni, anche quelle economiche, politiche e sociali».

© RIPRODUZIONE RISERVATA