Spy story in Asf, anche il sindacato ha paura

La Rsu chiede l’intervento della polizia: «Troppe coincidenze, temiamo di essere sotto controllo»

Asf Autolinee è esplosa la psicosi delle intercettazioni. Dopo il caso del microfono scoperto dalla polizia nell’ufficio dell’amministratore delegato Annarita Polacchini, ora anche i sindacati degli autisti affermano di avere paura che il loro ufficio di Lazzago e i telefoni dei dipendenti siano “controllati”.
Intanto lentamente vengono a galla i retroscena della spy-story in cui si è trovata coinvolta la Polacchini. E parallelamente continua il giallo delle dimissioni improvvise del direttore tecnico di Asf, Umberto Isella, avvenuto pochi giorni dopo la scoperta del microfono.

«Forse si è trattato solo di coincidenze – ha detto il rappresentante della Rsu, Patrizio Chiappa – ma abbiamo avuto più volte il timore che il nostro ufficio fosse sotto controllo, perché sembrava proprio che altri soggetti fossero subito informati delle nostre decisioni. Ora stiamo valutando se chiedere l’intervento della polizia per bonificare i nostri locali da cimici e microfoni. Tra l’altro – ha concluso Chiappa – vorremmo fugare ogni dubbio anche su eventuali intercettazioni dei telefonini dei dipendenti. Più di una persona ha notato qualcosa di insolito nel loro funzionamento».

Il sospetto di essere spiata ha spinto la manager di Asf, Annarita Polacchini, a rivolgersi alla Procura. L’apertura di un procedimento a carico di ignoti ha portato alla scoperta di un microfono nascosto nel suo ufficio nella sede di via Asiago. Gli agenti della Questura sono intervenuti in un orario in cui i corridoi e gli uffici erano presumibilmente vuoti. Questo per non fare trapelare quanto stava succedendo.

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