Tangenziale addio
Non si può espropriare

Aree a Lipomo, Tavernerio, Casnate, Montorfano e AlbeseGaffuri: «La Regione decida»

Il 23 novembre è decaduto, dopo sette anni, il vincolo preordinato all’esproprio sulle aree interessati dal progetto preliminare del secondo lotto della tangenziale di Como nell’ambito del progetto della Pedemontana.

Il progetto relativo a quel tratto - che interessa, oltre a Como, Lipomo, Casnate con Bernate, Tavernerio, Montorfano e Albese con Cassano - è bloccato dal 2009 alla fase prelimitare perché il Cipe (Comitato interministeriale programmazione economica) giudicò inadeguata la copertura finanziaria. Ora, dice il consigliere regionale Pd Luca Gaffuri, la Regione dovrà dire se quelle arre posso tornare nella disponibilità dei proprietari, e della programmazione urbanistica dei Comuni.

«Una buona notizia per tutti coloro che hanno delle proprietà lungo il tracciato della tangenziale di Como. Dopo la scadenza del vincolo, le procedure per un’eventuale nuova apposizione dovrebbe ripartire dall’inizio. La tangenziale deve essere completata, non può rimanere a metà con la strada che finisce nei prati del Bassone e del Piano causando problemi di congestione del traffico. La Regione chiarisca ai Comuni come intende procedere al fine di adeguare gli strumenti urbanistici».

La notizia della scadenza dei vincoli sui terreni da espropriare non coglie del tutto impreparati gli amministratori dei paesi interessati, che però ora chiedono chiarezza alla Regione e alle autorità competenti sul futuro della realizzazione della tangenziale.

«Eravamo a conoscenza della scadenza dei vincoli, che praticamente sono decaduti, ora vogliamo capire cosa vogliono fare dell’opera - commenta a caldo Mattia Soliani, assessore e presidente del consiglio comunale di Montorfano, uno dei paesi maggiormente interessati dal passaggio della tangenziale, che avrebbe intaccato anche il territorio della Brughiera - Certo anche a noi interessa risolvere il problema del traffico e non siamo contrari a priori all’opera: quello che abbiamo sempre chiesto è la scelta di un’opzione meno impattante per il territorio e per il suo verde. Ora aspettiamo indicazioni su come muoverci anche a livello di previsioni sul Piano di governo del territorio».

Il sindaco di Tavernerio, Rossella Radice, accoglie la notizia quasi con sorpresa e incalza sul futuro dell’opera: «Mi riservo di capire meglio i dettagli di quello che succede ora - spiega - Certo che non possono lasciare un’opera a metà tra Grandate e il Bassone: non se ne comprenderebbe il senso. Ora mi interessa capire cosa succederà, anche perché la tangenziale sarebbe utile per liberare i nostri paesi dal traffico».

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