Transizione elettrica dell’automotive. Walter Fontana: «È un attacco all’economia europea e non mancano le contraddizioni»

L’imprenditore Walter Fontana è presidente e Ceo di Fontana Group con sede a Calolziocorte

Tutti concordi sulla transizione ecologica, sono le scelte sul come attuarla che diventano oggetto di discussione. «Vediamo chi ci guadagna per capire le ragioni di alcune decisioni sul mercato dell’automotive» è il consiglio di Walter Fontana, presidente e Ceo di Fontana Group.

L’azienda, con sede a Calolziocorte, è stata fondata più di 60 anni fa e oggi conta oltre 1.500 persone in tre regioni del mondo: in Italia, Turchia e Romania. Produce scocche per auto del segmento “premium”, loro clienti sono le principali case automobilistiche mondiali tra cui Bmw e Audi, e del segmento “lusso” che include Ferrari.

«È in atto un attacco all’economia europea e non da oggi. In particolare nei confronti dell’auto prima con la questione dei motori euro 4 ed euro 5, provvedimenti che hanno riguardato poche decine di migliaia di veicoli, e ora con la conversione al solo elettrico – aggiunge Walter Fontana – senza considerare che su una dimensione globale c’è una sproporzione tra l’incidenza dei veicoli in Europa, dove circolano i mezzi con il più alto standard, e il rischio di crisi economica nel nostro continente. Da sempre i cambiamenti richiedono qualche decennio per realizzarsi, se si impone un tempo che il sistema industriale e sociale non è il grado di recepire, il sistema è a rischio».

L’Unione europea si è impegnata a raggiungere il traguardo della neutralità carbonica, le cosiddette “emissioni zero”, entro il 2050: ponendo l’asticella in alto anche per gli altri paesi che, se vorranno esportare sul mercato europeo, dovranno adeguarsi alle normative Ue, trascinando così il mondo in un processo virtuoso.

«Mi sembra che però in questo percorso ci siano delle contraddizioni – continua il presidente di Fontana Group – come per esempio la produzione delle batterie elettriche e poi il loro smaltimento in numerì così alti. Mentre non si tiene conto dell’efficienza dell’attuale motore endotermico e quindi dei bassi consumi per lunghe distanze. Infine già sembra siano stati perfezionati carburanti che non rilasciano emissioni».

Al contrario, secondo la proposta della Commissione europea sembra che non ci siano alternative alle vetture elettriche nonostante la consapevolezza che le infrastrutture dei diversi paesi dell’Unione, inclusa l’Italia, non sono pronte né con una rete necessaria per un esteso numero di auto elettriche né con una produzione adeguata di elettricità e da fonti rinnovabili, altrimenti la conversione dell’auto perde di senso.

«In futuro, realisticamente, coesisteranno due mondi – spiega Walter Fontana – una parte dei trasporti privati avverrà con il taxi elettrico o più probabilmente con il car sharing che è sempre più in evoluzione soprattutto nelle città. L’altra sarà costituito dalle auto private utilizzate per necessità ma anche per piacere perché non si può togliere alle persone la libertà di guidare».

Si prevede uno scenario composito, con diverse soluzioni per gli spostamenti, che, a tendere, si rende nel tempo sempre più sostenibile.

«In ogni caso, sia che l’auto viaggi a benzina, gasolio, gas metano o idrogeno, dovrà sempre avere una carrozzeria e l’alluminio è il più ecologico. In futuro, qualsiasi sia l’orientamento impresso dalle normative di decarbonizzazione, il settore premium rimarrà sul mercato. Volkswagen, Audi, Bmw, Mercedes sono attori che restano protagonisti. I loro prodotti potranno essere realizzati con trazione elettrica. Andrebbe però considerato l’inquinamento complessivo di un mezzo, e le decisioni di politica industriale andrebbero prese sotto la guida di esperti e in una visione globale» conclude Fontana

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