Tre aggressioni, poi un arresto
Como città insicura per le donne?

Dopo il fermo del giovane di Tavernerio accusato per le tentate rapine, si riapre il dibattito

Polemica per le strade buie. Il sindaco Lucini si difende: la rete è obsoleta

In meno di mezz’ora ha rapinato, picchiato, minacciato, palpeggiato, strattonato, terrorizzato. Ha aggredito tre donne, con una violenza insensata e ingiustificata.

I carabinieri hanno fermato un ragazzo per i venticinque minuti di terrore di venerdì sera. Si tratta di Luca Montone, 26 anni, ufficialmente residente a Tavernerio ma di fatto ospite di istituti caritatevoli, dormitori.

L’uomo con il piercing sopra l’occhio destro che ha mandato due donne in ospedale sarebbe dunque questo ragazzo, vecchia conoscenza delle forze di polizia a dispetto della giovane età.

Le aggressioni, se sarà provata la sua responsabilità, hanno riguardato un docente d’informatica del Caio Plinio presa per i capelli e con il capo sbattuto contro l’auto, la titolare di una lavanderia in via Borsieri. gettata a terra e colpita a calci e pugni, e un’altra donna assalita in via Monti dopo aver prelevato i soldi al bancomat.

Quanto accaduto ha riportato in primo piano l’allarme sicurezza legata alla scarsa illuminazione di alcune vie della città. E il buio, com’è noto, aiuta i delinquenti.

Il sindaco Mario Lucini ammette: «È un problema annoso. La rete è molto vecchia e non è tutta di nostra proprietà. Bisogna rinnovare gli impianti, ma per fare questo bisogna riscattare la rete. E servono soldi. Dunque molto dipende dal patto di stabilità».

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