Troppa anidride carbonica
foglie sempre più verdi

L'aumento dell'anidride carbonica fa sparire anche il giallo dell'autunno

La poesia è una foglia gialla d’autunno: il suo colore invade i boschi (anche nostrani), raccontando la malinconia dell’uomo. Oggi però anche l’autunno vede accorciarsi il momento del giallo vivo, del rosso acceso, e perdurare invece più a lungo il verde.
La foglia, insomma, resta più a lungo in piena vita sull’albero, e poi passa velocemente al più scuro colore di fine stagione, facendo infine fatica a staccarsi dal ramo per prendere il suo ruolo di concime nel sottobosco. Il fenomeno è di portata mondiale, scientificamente provato, ma riguarda anche i boschi dell’Erbese e della Valassina: negli Stati Uniti hanno stanziato diverse decine di migliaia di dollari per capire il motivo per cui il rosso degli aceri, e di tutte le altre piante sia diventato più sfumato, meno vivo. 
Dall’America giunge quindi l’allarme, che si amplia però anche alle aree boschive italiane e lombarde: uno studio condotto da esperti americani, italiani, belgi, inglesi ed estoni della Michigan Technological University, e diffuso sul «Global Change Biology», ha preso in considerazione due foreste: una nei pressi di Rhinelander, nel Wisconsin, e una vicino a Tuscania, nel Lazio. Il gruppo di esperti ha rilevato che la maggiore concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera manterrà per più tempo le foreste verdi.
Autunno quindi più verde, meno giallo intenso, e più foglie raggrinzite in attesa della caduta: il tutto per colpa dell’innalzamento della Co2. Uno studio sulle foglie riguarda anche la società meteorologica italiana; lo ha spiegato il presidente Luca Mercalli al quotidiano Repubblica: «Le foglie raccontano come il clima stia cambiando. Abbiamo messo sensori di temperatura nei boschi e in date precise, da aprile alla fine di novembre, rileviamo le temperature. Ci sono poi singoli rami-campione dei quali osserviamo e contiamo le foglie, anche qui con scadenze precise. I primi dati ci dicono ciò che era già intuibile guardando al termometro: l’aumento generalizzato della temperatura provoca l’allungamento della stagione vegetativa. Le foglie spuntano con 15 giorni, anche un mese di anticipo. Insomma, la primavera è sempre più precoce, mentre la caduta delle foglie autunnali resta quasi ferma. Questo perché questa stagione, al confronto delle altre, è la meno colpita dal rialzo delle temperature. Biologi e botanici hanno scoperto che le piante producono pollini in anticipo, rispetto al passato, e allora chi soffre di allergie deve mettersi in allarme anche in mesi nei quali prima poteva respirare. Ma, lo ripeto, a preoccupare noi studiosi del clima è questo termometro che continua a salire».
Giovanni Cristiani

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