Turate, lo scudo di Garibaldi
«Ci piacerebbe averlo qui»

Dopo il ritrovamento l’invito di Dario Frattini «Nella casa militare Umberto I sono conservati diversi cimeli appartenuti all’eroe dei due mondi»

«Ci piacerebbe molto organizzare un evento in cui esporre lo “scudo di Garibaldi”, di recente ritrovato dalle forze dell’ordine; sarebbe bello poterlo presentare assieme agli altri importanti cimeli che conserviamo nel nostro museo, tra i quali ve sono diversi strettamente legati alla figura di Garibaldi» . A lanciare la proposta è Dario Frattini, presidente della fondazione che gestisce la storica Casa militare Umberto I di piazza Volta che custodisce numerose reliquie dell’eroe dei due mondi.

Nei giorni scorsi, a Roma, i carabinieri hanno recuperato lo “scudo di Garibaldi”, regalo del popolo siciliano in segno di affetto e riconoscenza, dopo lo sbarco in Marsala. Lo scudo venne donato da Garibaldi alla città di Roma, che lo custodì nel museo Capitolino, in seguito fu trasferito dal Museo Nazionale del Risorgimento nel Palazzo del Vittoriano da dove, per motivi ancora da verificare, era sparito per finire poi nell’abitazione di un architetto romano dove è stato ritrovato. Una vicenda sulla quale sono in corso le indagini da parte della Procura di Roma.

«Nel nostro museo conserviamo alcuni cimeli, portati da alcuni garibaldini che erano stati ospiti, in passato, della nostra casa di riposo per militari – racconta Frattini – Così assieme ad alcuni peli della barba di Garibaldi, qui sono custoditi i suoi occhiali, il porta occhiali, l’orologio, il cappello e il fazzoletto. Ci sono poi alcune lettere spedite ad Anita, con dei fiori secchi, altra documentazione e delle medaglie».

«Nel 2012 la pronipote del condottiero , - aggiunge Frattini - Anita Garibaldi, è venuta a visitare il museo ed è un’amica della nostra realtà, potremmo quindi pensare di invitarla a un evento per ricordare tutti assieme l’eroe dei due mondi. Il ritrovamento dello scudo è stato un fatto veramente molto importante, sarebbe quindi per noi un grande onore poterlo esporre a Turate».

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