Uccise l’ex socio a colpi di pistola
La Cassazione conferma trent’anni

Carlo D’Elia condannato in via definitiva per l’omicidio di Visino del febbraio 2010. Voleva un chiarimento su questioni economiche con la sua vittima, Antonino Correnti

La Cassazione non cambia la sentenza e, in sostanza, chiude la vicenda. Carlo D’Elia, 61 anni, dovrà scontare 30 anni di carcere per l’omicidio premeditato di Antonino Correnti, artigiano parquettista di 63 anni, aggredito e ucciso il 23 febbraio 2010 in un parcheggio della frazione di Visino, a Valbrona.

La Suprema Corte, non ha cambiato le sentenze pronunciate in primo grado, dal giudice delle udienze preliminari Luciano Storaci, e in secondo grado dalla corte d’Assise d’Appello di Milano.

Nessuna assoluzione, nemmeno per il figlio, Emiliano D’Elia, 23 anni, accusato della detenzione della pistola utilizzata per freddare Correnti nel parcheggio di Visino, reato per il quale era stato condannato a 11 mesi e 20 giorni di carcere, già scontati. Il giovane era stato invece prosciolto dall’accusa di concorso in omicidio, in quanto non aveva partecipato direttamente all’assassinio. Ora è stata messa la parola fine sulla vicenda giudiziaria .

Il processo ha accertato che i D’Elia avevano aspettato Correnti nel parcheggio di Visino, in via Madonna del Pozzo: Carlo D’Elia voleva “chiarire” faccia a faccia alcune questione economiche con l’artigiano, che era anche l’ex socio di lavoro.

Quando Correnti si avvicinò al suo Nissan Vanette, Carlo D’Elia lo aggredì: l’uomo, secondo la ricostruzione emersa in dibattimento, impugnava una pistola, una Walther calibro 7.65, e colpì ripetutamente l’ex socio alla testa con il calcio dell’arma. Poi, quando ormai era tramortito a terra, lo finì sparandogli al volto.

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