Udienza sul crollo del ponte di Annone
C’è il primo patteggiamento

L’ingegner Roberto Torresan aveva scritto ad Anas che il manufatto era sicuro: pena di 14 mesi - Gli altri quattro imputati sono stati rinviati a giudizio. Il processo è stato fissato per il prossimo 11 settembre

Il processo per il crollo del ponte di Annone si aprirà il prossimo 11 settembre. Con quattro imputati. Il quinto ha deciso di patteggiare.

Si è chiusa così questa sera la lunghissima udienza preliminare sulla tragedia che si è consumata il pomeriggio del 28 ottobre 2016 lungo la statale 36, quando il cavalcavia crollò sotto il peso di un autoarticolato, uccidendo l’ex insegnante di educazione fisica Claudio Bertini, 68 anni, di Civate. Formalmente aperta alle 10.30 a Palazzo di giustizia, l’udienza si poi tenuta nell’auditorium della Camera di Commercio di viale Tonale, per consentire il distanziamento previsto dall’emergenza coronavirus. E si è chiusa poco dopo le 18.30, con la lettura della lunga ordinanza del giudice dell’udienza preliminare Paolo Salvatore e la formazione del fascicolo.

Davanti al presidente Manzi Angelo Valsecchi, ingegnere, 53 anni di Lecco, dirigente del settore Viabilità e Infrastrutture dell’amministrazione provinciale di Lecco (difeso dall’avvocato Edoardo Fumagalli del Foro di Lecco), Andrea Sesana, ingegnere, 38 anni di Oggiono, responsabile del servizio concessioni e reti stradali sempre della Provincia (avvocato Stefano Pelizzari, sempre del Foro di Lecco), Giovanni Salvatore, ingegnere, 59 anni, capo del centro manutenzioni dell’Anas per la Lombardia (avvocato Daniele Ripamonti del Foro di Milano, ieri sostituito dalla collega Raffaella Ritta) e Silvia Garbelli, 59 anni, funzionario tecnico del settore Pianificazione territoriale e grandi infrastrutture della Provincia di Bergamo (avvocato Vittorio Meanti del Foro di Cremona).

Ha già definito la sua posizione con la giustizia Roberto Torresan, ingegnere, 56 anni, di Busto Arsizio (Varese), colui che, per conto di Anas, redasse una perizia sostenendo (nel 2012) che il manufatto non presentasse problemi statici: il suo avvocato difensore Fausto Moscatelli di Busto Arsizio ha chiesto di patteggiare, il gup Salvatore ha applicato la pena concordata con la pubblica accusa (in aula il procuratore Antonio Chiappani e il sostituto Andrea Figoni) di un anno e due mesi (con la condizionale).

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