«Villa Geno è isolata
Serve almeno un milione»

Lo chef Vittorio Tarantola sul flop del bando
«Il problema del canone non è il principale»

«La questione del canone è secondaria. Il punto è che per mettere Villa Geno in condizioni di esprimere tutte le sue potenzialità serve un investimento importante in termini di denaro e di tempo».

Vittorio Tarantola, chef e patron del ristorante di Appiano Gentile che porta il suo nome - uno dei grandi indirizzi della ristorazione comasca, anche su larga scala - ha le idee molto chiare sulla struttura che il Comune, almeno in prima istanza, non è riuscito ad affittare per 138mila euro all’anno e un contratto di sei anni.
«Villa Geno ha due problemi principali - spiega Tarantola - Il primo è la fruibilità del lago: la vista deve essere garantita con qualsiasi tempo. L’altro punto debole sono la viabilità e i parcheggi. Inoltre serve un investimento importante per attrezzare e arredare la struttura, io credo che sia necessario un investimento non inferiore al milione di euro. Ed è chiaro che a fronte di un investimento di questa portata su un immobile non di proprietà è necessario che il contratto sia a lungo termine, per avere il tempo di rientrare nelle spese».

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