«Voglio cancellare quella svastica
Ma rischio un anno di carcere»

Grandate, la situazione paradossale vissuta dal capogruppo di minoranza Dario Lucca. Non può toccare le scritte sui muri del cavalcavia di Pedemontana: eliminarle è reato

«Cancello io la svastica dal muro». Ma se Dario Lucca lo facesse, rischierebbe fino a un anno di reclusione o una multa fino a mille euro.

Sabato mattina, i grandatesi si sono svegliati con i muri del nuovo cavalcavia di Pedemontana imbrattati dai soliti teppisti: le scritte inneggiano al Calcio Como e al simbolo caro alla dittatura hitleriana.

Così, il capogruppo della minoranza “Grandate il mio paese” ha cercato di trovare un rapido rimedio.

«È da sabato mattina che tento in ogni modo lecito - racconta Lucca - in qualità di cittadino e di consigliere, di far oscurare quel simbolo che offende la memoria dell’umanità intera. Dopo la chiusura domenicale, appena il Comune ha riaperto ho chiesto con insistenza che qualcuno intervenisse. Lo sportello della polizia locale mi ha rimandato all’ufficio tecnico, poi ho dovuto bussare alla porta della segreteria comunale che mi ha detto di fare riferimento a Pedemontana, in quanto è la società proprietaria dei muri della nuova tangenziale».

Un “tira e molla” all’italiana. In quanto a perseveranza, però, Lucca è ben equipaggiato. «Stufo, mi sono offerto di prendere io pennello e vernice - spiega ancora il capogruppo - ma sono stato invitato a soprassedere per non rischiare io stesso una denuncia per imbrattamento ai sensi dell’articolo 639 del Codice penale. Ossìa: io vorrei cancellare una indecorosa e ignobile svastica e io rischio una pena con reclusione fino a un anno o una sanzione fino a 1.032 euro?».

LEGGETE l’ampio servizio su LA PROVINCIA di MERCOLEDÌ 24 giugno 2015

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