Imprese, è allarme debitori
Già 2.500 i decreti ingiuntivi

Al 16 novembre i dati parlano chiaro: sono 2.468 i decreti ingiuntivi emessi quest’anno, contro i 1.880 dell’anno scorso. Già ad agosto 2009, erano 1.866, rispetto ai 1.300 dei primi otto mesi dell’anno scorso e già a fine estate, a fronte della crescita del 40%, veniva rimarcata la tendenza ad un aumento senza precedenti. In 76 giorni, sono stati emessi 602 decreti ingiuntivi, pari a una media giornaliera di otto.

Aziende costrette a far da banca ad altre aziende: è come se avessero concesso un prestito quando forniscono beni e servizi e non vengono pagate. È l’osservazione più frequente che circola tra gli addetti ai lavori, dito puntato contro la difficoltà crescente di recuperare i crediti e lo stesso presidente di Confartigianato Imprese Como, Cornelio Cetti, nel corso della presentazione del sondaggio tra gli associati sulla crisi economica, ha messo in evidenza il fenomeno: non paga più nessuno secondo i tempi e i modi pattuiti, ha tagliato corto. Gli enti pubblici sono vincolati dal patto di stabilità: i soldi sono sicuri, ma i tempi sono smisurati. I privati, operatori o consumatori, fanno i conti con la stretta al credito, si destreggiano tra i debitori e a volte nascondono i beni che potrebbero essere aggrediti a soddisfazione del creditore. Crisi di liquidità, spesso; alibi, a volte: la crisi generale come pretesto per dilazionare i pagamenti e rendersi insolventi.


I dati del Tribunale di Como aggiornati al 16 novembre, ieri: sono 2.468 i decreti ingiuntivi emessi quest’anno, contro i 1.880 dell’anno scorso. Già ad agosto 2009, erano 1.866, rispetto ai 1.300 dei primi otto mesi dell’anno scorso e già a fine estate, a fronte della crescita del 40%, veniva rimarcata la tendenza ad un aumento senza precedenti. In 76 giorni, sono stati emessi 602 decreti ingiuntivi, pari a una media giornaliera di otto. Otto debitori al giorno, raggiunti da un decreto del giudice. Il creditore attenderà 40 giorni per le notifiche e per l’eventuale opposizione. A volte, il debitore dà cenno di riscontro, propone una transazione, offre una rateazione. A volte contesta, fa opposizione, si innesta un procedimento. A volte, non dà segni: rischia il precetto e il pignoramento, la vendita del bene all’asta, conta sui tempi lunghi, che però non sono più tanto lunghi come qualche anno fa. Un avvocato:«Pignoramenti? Certo, se trova beni da pignorare, se non sono intestati a società,a terzi, se non sono nascosti, per esempio».

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