Costumi e moda di mare
frenano il crollo del tessile

Si apre domani a Cannes la più importante fiera del beachwear: le prospettive sembra migliori. Grazie al miglioramento registrato nell’ultimo trimestre, gli operatori lariani contano di chiudere il 2009 con un calo del fatturato del 15%, inferiore rispetto alle stime che davano almeno un -30%.

Il crollo degli ordini (-30%) d’inizio anno è ormai alla spalle, per il settore dell’intimo e del beachwear parrebbe iniziata una fase di recupero, innescata dai riassortimenti per la primavera-estate 2010. Grazie al miglioramento registrato nell’ultimo trimestre, gli operatori lariani contano di chiudere il 2009 con un calo del fatturato del 15%, molto più contenuto rispetto alle pessimistiche previsioni di alcuni mesi fa. Le migliori stime arrivano da Claudio Taiana, alla vigilia di «Maredimoda» e «IntimodiModa», unico salone internazionale dedicato alle collezioni di tessuti mare e intimo, che si apre domani al Palais Des Festivals di Cannes. Oltre 100 gli espositori, ventidue lariani: Anteprima Design, Avantgard, Bellieni, Blue Studio, Borgini Jersey,Clerici Tessuto, E. Boselli, Guarisco Class, Liantex, Lyontess, Mantero Seta, Nephila, Penn Italia, Ratti Div. Setamarina, Romi, Sampietro, Star, Studio Ilyzia, Taiana Virgilio Tessitura, Tessilena, Textilsand, Textra. Ad oggi più di 2mila visitatori già pre-registrati. Sarà questa vetrina di eccellenza e di confronto, unica nel panorama internazionale, a confermare se il ciclo negativo è veramente finito e si sta schiudendo una fase nuova, in grado di far tornare la produzione ai livelli pre-crisi. «Il beachwear, un giro d’affari di circa 100 milioni di euro, è nato 15 anni fa e ha rappresentato la salvezza per tante aziende della cravatteria alla ricerca di nuovi sbocchi, dopo la fuga di commesse in Cina - spiega Taiana -. Qualcuno però si è improvvisato, ed è stato subito messo da parte. L’iter di produzione è infatti completamente diverso, richiede specifiche competenze che non si possono “riciclare”, bisogna investire notevoli risorse tecniche e umane per svilupparle e collocare la propria offerta nella fascia media e medio-alta. Sull’economico, infatti, Como non può certo competere».

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