Frontalieri, il ministro Tremonti
vuole vedere i redditi in Italia

Ulteriori novità per i lavoratori oltreconfine, in particolare per quelli occupati in Svizzera. Nella circolare dell'Agenzia delle Entrate con cui si conferma l'esenzione per i frontalieri dagli obblighi del monitoraggio e dello scudo fiscale ha anche introdiotto l'obbligo di presentare il modelllo Rw, integrazione nella quale sono da indicare i redditi realizzati oltreconfine.

Nuova bufera sui lavoratori frontalieri, e in particolare con quelli che valicano ogni giorno il confine con la Svizzera. Tremonti ora chiede di presentare i redditi realizzati in Svizzera anche in Italia. Lo scudo fiscale, storia infinita, rispunta a tormentare i loro sonni. Doveva essere un intervento definitivo - quello di ieri del direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, in commissione Finanze del Senato - anche perché doveva sancire e chiarire ogni dettaglio delle nuove regole. In realtà ha prodotto un altro nodo normativo, ancora tutto da sciogliere. Il problema nasce dal fatto che nel confermare l’esclusione dalle norme dello scudo, il capo degli 007 del Fisco ha però precisato che «per i frontalieri è sufficiente avere regolarmente provveduto, come già da 20 anni previsto, alla compilazione, nella denuncia dei redditi, del modulo Rw» per mettersi in regola dal monitoraggio fiscale. Il solo fatto di presentare il modulo Rw farebbe quindi scattare automaticamente la sanatoria per tutti i frontalieri, al costo simbolico di 25,8 euro (un decimo cioé della sanzione minima). Ma il problema c’è perché sono oltre il 90% che non hanno mai compilato il modulo Rw. I frontalieri italiani in Svizzera, almeno nove su dieci, non hanno mai compilato questa dichiarazione. modulo che integra la denuncia dei redditi in Italia per la parte relativa ai compensi ricevuti all’estero, perché la convenzione Italia-Svizzera del 1974 (sulle doppie imposizioni fiscali) prevede che se i frontalieri «risiedono all’interno delle fascia di confine di 20 km sono esonerati dalla dichiarazione dei redditi da lavoro dipendente prodotti in qualità di frontalieri». Questo perché la stessa convenzione prevede il ristorno diretto all’Italia di una quota delle imposte trattenute alla fonte, cioé in Svizzera. «Una situazione - spiega Claudio Pozzetti, segretario nazionale dei frontalieri per la Cgil, al termine di una riunione con Cisl, Uil e Acli - che accomuna oltre il 90% dei frontalieri, e che alla luce di questi accordi bilaterali, non ha presentato dichiarazione dei redditi in Italia». E sono sempre almeno 45mila, fra le province di Sondrio, Como, Varese, i frontalieri interessati, che diventano poi 55.000 sul territorio nazionale.

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