La crisi travolge i laureati
Lavori sempre più instabili

Si è aperta ieri a Villa Erba la terza edizione della Borsa Internazionale del Placement (Bip): unico evento al mondo che mette in contatto diretto i responsabili di risorse umane delle aziende e i dirigenti degli uffici placement delle Università. E subito è emerso un dato: fra atenei e imprese c'è ancora troppa distanza.

Sono 20.387 i laureati lombardi entrati nel mondo del lavoro l’anno scorso, circa due su tre tra chi ha ottenuto un diploma di laurea in Lombardia. Con alcune specializzazioni: a Bergamo un laureato su undici è assunto nel commercio (9%), a Sondrio uno su otto nel credito (12,4%), a Como e Mantova il 7,9% dalla manifattura tradizionale, a Lodi il 4,9% dalla chimica, a Lecco dai prodotti in metallo (6,6%).

Lauree economiche e politico sociali le preferite, invece, a Milano (21,4% e 14,2% dei laureati assunti in provincia contro la media regionale del 17,1% e 12,3%), lingue a Lecco, Varese e Brescia (rispettivamente 7%, 6,9% e 6,7% contro la media regionale del 6%), lettere a Cremona e Como (8,6% e 7,4% contro la media del 6,1%). Questi primi dati, questa fotogafia del mercato del lavoro sul territorio, è solo una parte del materiale che ieri, a Villa Erba, ci si è confrontati all’apertura della terza edizione della Borsa Internazionale del Placement (Bip): unico evento al mondo che mette in contatto diretto i responsabili di risorse umane delle aziende e i dirigenti degli uffici placement delle Università.

E infatti a sfilare fra i padiglioni del centro congressi di Cernobbio, fino a domani si incontrano oltre 70 imprese e 80 tra Università ed enti di alta formazione dei quattro continenti: oltre 350 delegati di società e atenei e 1.300 incontri in calendario: meeting one-to-one di circa venti minuti tra i career service degli atenei e i responsabili risorse umane delle aziende. L’obiettivo è capire che cosa cercano le aziebnde, quali profili professionali hanno bisogno e come devono rispondere, in termini di percorsi formativi, le Università.

Sul tavolo, l’indagine indica che le lauree ingegneristiche sono le più richieste con tassi di avviamento al lavoro di circa l’80% ma fanno bene anche informatica (77,9%) e le professioni dell’assistenza sanitaria, come infermieri ed ostetrici (82,6%). Maggiori le difficoltà, invece, per i laureati in legge (tasso di avviamento 32,4%), o architettura (43,6%). «Il mondo delle aziende e quello delle università sono ancora troppo lontani tra loro - spiega Tommaso Aiello, Ceo di Emblema, la società che organizza il Forum di Cernobbio -. Chiunque viva vicino a neo-laureati può facilmente constatare con quanta fatica riescano a transitare dalla realtà universitaria a quella lavorativa. Di contro, le aziende hanno l’impellente necessità di integrare i loro staff con laureati in possesso di competenze sempre più settoriali e approfondite, ma quasi mai hanno modo di individuare con immediatezza gli atenei da cui queste figure specifiche provengono. Il nostro obiettivo è proprio di ridurre definitivamente questa distanza».

La Borsa del lavoro, che chiude domani, viene riproposta dopo un anno critico per il mondo dell’economia e per il mercato del lavoro, «Non parliamo più di "crisi" - commenta Alessandro Fermi, assessore alle Politiche del lavoro e università della Provincia di Como - è sicuramente un periodo storico difficile, ma è opportuno ripartire, investire sulla formazione qualificante, mirata rispetto al mercato del lavoro. Pare fondamentale sostenere iniziative come questa, in cui si cerca effettivamente di raccogliere, di riunire le sinergie fra enti pubblici, università, aziende e istituzioni varie consentendo di risparmiare, recuperare risorse e fornire di conseguenza servizi migliori».

Intanto, il lavoro diventa sempre più flessibile, solo il 21,8% delle assunzioni avviene con contratto che garantisce il posto fisso, e per il quale sono le ingegneristiche e farmacia ad offrire maggiori possibilità di inserimento: il tempo indeterminato supera il 47% delle assunzioni per ingegneri elettronici e farmacisti. Il lavoro a tempo determinato va soprattutto per lauree che hanno come sbocco prioritario i settori a prevalente presenza pubblica dell’istruzione e della sanità: oltre l’80% per i laureati abilitati all’insegnamento (scienze della formazione primaria e silsis) e quasi il 60% delle lauree sanitarie contro la media del 36,5%).

Molto utilizzati i contratti di collaborazione per architetti (37% contro media del 16,4%), psicologi (34%) ma anche laureati in scienze politiche (20,3%). Servizi alle imprese il settore che assume di più (33%) e quasi il 15% dei laureati lavora per una multinazionale. Da Villa Erba, insomma, il chiaro segnale della volontà di superare le difficoltà riscontrate dal mercato globale, di investire nel patrimonio personificato dai giovani, in primis dai neolaureati.

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