Artigianato made in Como
«Vetrina web d’eccellenza»

La stilista e orafa romana Stefania Ulivi lancia un progetto Una piattaforma per dare risalto alle unicità tessili e di design

Una piattaforma della creatività artigianale comasca che intrecci le due anime del tessile e dell’interior design, secondo una formula innovativa basata sulla cooperazione solidale. La propone Stefania Ulivi, stilista di alta oreficeria, con passato economico-finanziario negli Stati Uniti e un presente di collaborazione con le seterie lariane. Tra i gioielli delle sue collezioni, Ulivi ha inserito anche carré e scialli di seta made in Como, ottenendo lusinghieri apprezzamenti sul mercato del lusso.

«L’obiettivo - spiega la stilista/imprenditrice a La Provincia - è di coadiuvare il rilancio delle imprese e degli artigiani comaschi attraverso una piccola e selezionata offerta di prodotti di alta qualità artistica e artigianale a un prezzo promozionale». La vendita on-line riguarderebbe «accessori di a abbigliamento, gioielli non preziosi, piccoli complementi d’arredo, ponendo l’attenzione sulle tipologie di prodotti più consone alle esigenze di questi tempi». Le imprese artigiane potrebbero anche realizzare oggetti di design non comaschi, emergenti o già affermati. Nel costo finale - sempre di appeal promozionale - entrerebbero «il costo di produzione richiesto dalle imprese, per la realizzazione dei prodotti, i costi di gestione informatica e amministrativa della piattaforma e delle vendite, i costi di diffusione del progetto». Un link consentirebbe inoltre, a chi lo desidera, di supportare le attività del territorio finanziando stages o borse di studio.

Il modello proposto da Stefania Ulivi è innovativo anche sul piano dell’organizzazione, frazionata ma coordinata, di tipo sistemico, «che consente di sfruttare competenze specifiche senza gravare nessun soggetto di oneri impropri». In che modo? «In linea di massima perché il progetto si concretizzi, occorre un fornitore e gestore del supporto informatico e delle procedure contabili e amministrative - continua Urbani - la scelta e/o il design dei prodotti, di cui mi occuperei io, un supporto organizzativo locale che faccia da tramite per raccogliere proposte di prodotti da parte di aziende, artigiani, artisti del territorio e una rete di supporto locale per la diffusione del progetto». Tutte le attività si potranno gestire da remoto, nel solco di una flessibilità estrema.

Limitato al massimo l’investimento iniziale («con un piccolo intervento a fondo perduto da parte di uno sponsor»), con l’impegno a contenere i prezzi («almeno inizialmente») da parte delle aziende produttrici e una selezione limitata iniziale di oggetti, il progetto della piattaforma d’alto artigianato comasco avrebbe il merito di lanciare un nuovo modello di business in un momento tanto critico quanto fertile per lo sviluppo del territorio. «Credo che sia il tempo di pensare a un modello di sviluppo economico diverso, di respiro più ampio e “solidale” - conclude Stefania Ulivi - In quest’ottica penso a un investimento iniziale “spalmato” fra i vari soggetti partecipanti, disposti ad assumere il rischio (contenuto al massimo) relativo prevalentemente al proprio lavoro, nell’ottica di un possibile successivo recupero dei costi, ma soprattutto di un rilancio dell’immagine e delle attività». Per contatti: [email protected]

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