Economia
Sabato 03 Gennaio 2009
Conti pubblici, raddoppia il deficit
Con la crisi sale a 52,9 miliardi
Numeri in rosso per il deficit pubblico a fine anno: al 31 dicembre 2008, infatti, il fabbisogno statale è salito a quasi 53 miliardi di euro. Colpa della crisi economica e dei minori incassi dello Stato. Ma Tremonti tranquillizza: siamo in linea con i parametri Ue.
Per il ministero dell'Economia i conti registrano l'effetto della crisi e delle necessarie politiche anticicliche. E - assicura il Tesoro - l'effetto sul deficit dovrebbe avere un impatto sostanzialmente marginale. «I dati oggi disponibili sono pienamente in linea con gli impegni assunti in Europa dalla Repubblica italiana - commenta Tremonti - È questa una ragione di fiducia per i cittadini e di orgoglio per il Governo».
Ad appesantire i conti è stato anche il mese di dicembre, che tradizionalmente registra un «avanzo» perchè contabilizza i versamenti del secondo acconto delle dichiarazioni fiscali.
L'avanzo del dicembre 2008 è al lumicino, solo 2,9 miliardi che si confrontano con i circa 15 miliardi che avevano invece alleviato i conti di fine 2007, consentendo anche di invertire il trend del rapporto debito-pil, ridotto dal 106,9% del 2006 al 104,1% del 2007.
Per trovare un dato peggiore del fabbisogno annuale bisogna tornare al 2005, quando il deficit si attestò sui 59,3 miliardi e arrestò il trend calante del debito pubblico. Su questo rapporto, infatti, il fabbisogno ha un impatto diretto e, ancora di più, potrebbe pesare la scarsa crescita economica che ne rappresenta il denominatore: in ogni caso bisognerà attendere marzo quando Bankitalia e Istat avranno definito i conti.
La crisi - spiega il ministero dell'Economia nel suo comunicato - non ha favorito i conti del 2008 influenzati dalla «combinazione tra ciclo economico negativo e politiche anticicliche mirate a lasciare e/o immettere liquidità nel sistema». Sul fronte delle entrate si sono scaricati gli effetti della riduzione degli acconti Ires e Irap (decisi con il decreto anti-crisi) e la riduzione si è aggiunta all'effetto dell' «attenuazione del cuneo fiscale e dell'esenzione dell'Ici per la prima casa». La comparazione con il 2007, poi, risente anche di un versamento straordinario effettuato allora dalla Fintecna.
Il fabbisogno ha risentito, inoltre, anche di maggiori spese: da quelle per i rimborsi fiscali (anche in questo caso il decreto anti-crisi ha deciso la cancellazione di quelli ultradecennali per un totale di 3 miliardi, che però vengono liquidati proprio a cavallo dell'anno), al rinnovo del contratto per il pubblico impiego, dall'anticipazione dell'estinzione dei debiti sanitari pregressi ai maggiori interessi pagati sul debito pubblico per l'aumento dei tassi.
Il rosso registrato nel 2008 non è comunque automaticamente un brutto segnale per il 2009. Ad affermarlo è il consigliere economico del governo ombra, Stefano Fassina, che spiega come potrebbero essere così accolte le proposte del Pd di interventi di sostegno all'economia : «i dati sul fabbisogno statale sono il frutto, evidentemente, di anticipi di uscite previste originariamente per il 2009 e posticipi di entrate - dice Fassina - Questo permette di pensare al 2009 come un anno più leggero dal punto di vista del fabbisogno pubblico e consente di avere le risorse per quei provvedimenti di sostegno dell'economia che il Partito Democratico chiede ormai da tempo».
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