Coronavirus, il turismo
Bonus fiscale vacanze
«Al turismo serve altro»

L’intervista a Ross Whieldon, proprietario del Grand Hotel Britannia e dell’Hotel Bazzoni, critico con l’ipotesi al vaglio del Governo

Una detrazione fiscale per aiutare il turismo? Grazie, ma serve ben altro. Il Governo ha studiato diversi interventi tra cui il bonus vacanze 2020 che si affaccerebbe nel decreto. Si è stimato un calo di oltre 31,5 milioni e una perdita di 7,5 miliardi di euro questa primavera, si studiano contromisure. Ma Ross Whieldon, proprietario del Grand Hotel Britannia e dell’Hotel Bazzoni, mette in guardia: per far ripartire il settore occorrono misure più sostanziali.

Tra le azioni, si è considerato questo bonus di 325 euro, una detrazione fiscale che allo Stato costerebbe tra 1,2 e 1,5 miliardi di euro.

Una boccata di ossigeno o un soffio?

Per una sosta minima di tre giorni, sì. Diciamo che tutto fa brodo… ma prima bisogna fare il brodo.

Cioè un ricostituente serve relativamente se non si mangia?

Esatto. Serve una mossa concreta e seria per le aziende alberghiere. Altrimenti sarà come nella crisi del 2008 o peggio. Il turismo incide per il 13% sul Pil, anche fino al 20% considerando l’indotto: 250 miliardi. Se li togliamo cosa succede? Allora se non possiamo avere idee chiare su come riaprire, che facciamo?

Qualche proposta è stata avanzata.

Sì, ho visto anche idee ingegnose come le barriere di plexiglass tra gli ombrelloni. Ma le persone non sono mica pomodori. Insomma, bisogna pensare come Galilei: un conto la teoria, ma se non si tiene presente l’aspetto pratico non funziona. E occorrono cose pratiche.

Che cosa, ad esempio?

All’estero le società aeree sono private e hanno un dovere verso il proprio azionista. Non possono perdere soldi.

Come si arriva a creare un metro quadrato attorno a una persona? Riducendo di quanto i posti? Costa di più che far volare un jet privato.

Però lei non boccia idee come la detrazione o il reindirizzamento della tassa di soggiorno, no?

Sono cose fatte in buona volontà, senza capire il vero problema. Più del 50% dei turisti alberghieri sono stranieri. Non viene in auto. Per ripartire, occorre riaprire. Anche se decidono oggi temo che per luglio non faremo in tempo. Perché inutile dirci quando, se non ci dicono come. Non siamo agenti sanitari.

Allora anche per voi serve un piano Marshall?

Quello crea più debiti. La differenza la farà il vaccino. Ma poi l’altro problema è che le fabbriche in altri Paesi, come la Germania, stanno lavorando e questo non è un buon segno. Per noi la situazione è diversa ancora. Ci vuole chiarezza, se no chi si prende il rischio di aprire? Tanti di quelli che avevano prenotato per questa primavera, lo stanno rifacendo sul 2021.

Questo è positivo ma non basta?

Guardi, abbiamo prenotazioni positive, ancora più forti dello scorso anno, anche per questo autunno. Risalgono a prima dell’emergenza: infatti non ne prendiamo da metà febbraio, solo cancellazioni… La gente non sta toccando quel periodo, perché non ha dovuto ancora pagare l’anticipo. Ora la politica e la scienza devono fare una valutazione reale del rischio, ci vuole chiarezza. Avere il coraggio, capire il problema e programmare.

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