Eleca e i 105 in mobilità
«Non troviamo lavoro»

Le voci degli ex dipendenti dell’azienda canturina: «Poche centinaia di euro, si sopravvive a stento»

«Giriamo con il curriculum in mano, senza esito»

Il 2014 dietro l’angolo. Un anno di attese e di aspettative. Anche di speranze difficili, per gli ex lavoratori di Eleca, il general contractor di via Como fallito lo scorso luglio dopo gli ultimi mesi di vita aziendale agitata, con il presidio all’esterno dei cancelli, la cassa integrazione non pagata dallo Stato, la colletta di solidarietà dei semplici cittadini ai gazebo. Oggi, a un anno dalla protesta, per molti resta un futuro complicato da immaginare. Tanti dei 105 dipendenti di allora, dalle scorse settimane in mobilità, ancora non sono riusciti a trovare una nuova occupazione. E sembrano impossibili da superare i problemi costanti: affitti arretrati, bollette, semplicemente soldi per il cibo.

A riferire i desideri sull’anno che verrà e i dettagli del presente vi è Riccardo Tarantelli, uno dei volti simbolo della vicenda Eleca. Era quasi la vigilia di un altro Natale, quando d’accordo con le sigle dei sindacati il presidio fu rimosso. Con altre prospettive. Disattese.

Come il progetto, per lo stesso marchio, di un rilancio occupazionale, che avrebbe potuto garantire - si disse - il rientro in Eleca anche della metà delle decine di dipendenti, in gran parte rimasti senza lavoro. «Purtroppo i problemi miei e di tanti altri ci sono ancora - riferisce Tarantelli - Le difficoltà a pagare le mensilità arretrate degli affitti o dei mutui, ma anche soltanto una bolletta, esistono eccome. Per fortuna c’è la mobilità che, a differenza della cassa integrazione, viene erogata. Sono poche centinaia di euro con cui è possibile sopravvivere a malapena: fare la spesa e poco altro perché, chi ha tre figli come me, e una serie di scadenze, spesso non sa dove sbattere la testa».

E trovare un lavoro, soprattutto per chi è anagraficamente sulla cinquantina, resta un problema. «Sono in contatto con molti altri di Eleca - aggiunge Tarantelli - ci incontriamo settimanalmente in centro, ci siamo fatti gli auguri di Natale. Anche loro non riescono a trovare un lavoro. Nonostante il tanto girare tra aziende con il curriculum in mano. Ma spesso non serve. Personalmente, non perdo la speranza in un 2014 migliore. Ma come potrà esserlo, non lo so».

Non è un segreto l’amarezza di tanti lavoratori. «Con il titolare avevo un rapporto franco e onesto, non sono mancati gli aumenti, mi ha sempre detto che a lui avrei potuto riferire qualsiasi problema - dice, ad esempio, Filippo Buttafuoco, un altro dei volti noti della protesta - Eppure, per come è finita Eleca, in tanti sono rimasti sorpresi. Non siamo stati di certo avvisati di tutto questo».

Dietro l’angolo ci sono i mesi delle lunghe attese, con la cassa integrazione arrivata con un ritardo oltre il mezzo anno di difficoltà. E le confidenze dei lavoratori sulle difficoltà persino nel fare la spesa. Comprare una bistecca resta, ancora e spesso, impossibile.

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