Firmato l’accordo
Gli esuberi della Canepa
scendono a 53

Nell’arco dell’ultimo anno il gruppo ha già accusato l’uscita volontaria di 107 persone. L’intesa sarà presentata oggi ai dipendenti, piano ad ampio raggio per ottimizzare la gestione

La firma è arrivata. Non ci sono dichiarazioni ufficiali, ma si parla di 53 gli esuberi nell’accordo di gestione siglato ieri. Dieci licenziamenti in meno di quelli annunciati con la procedura di mobilità a Canepa il 2 luglio.

Questa la svolta che è avvenuta ieri dopo una lunga trattativa: si era detto peraltro che sarebbe durata a oltranza. Una volta conclusa, ancora una volta bocche cucite. Ma non per tensioni o polemiche: non ci sono commenti da parte di azienda e sindacati, per un motivo preciso. In queste quasi tre settimane su entrambi i fronti c’è stata molta attenzione nei confronti del personale, che già aveva dovuto affrontare un anno difficilissimo, spesso in preda all’ansia per il futuro fino alla scorsa primavera in particolare. I contenuti dettagliati – se ci saranno formule per alleviare i licenziamenti, dal part time condiviso a incentivi o accompagnamenti alla pensione – non sono stati resi noti e si dovrà attendere qualche ora.

Le assemblee

La volontà di Filctem Cgil Como, Femca Cisl dei Laghi e Uiltec del Lario è quindi di parlare prima con i lavoratori oggi durante le assemblee. Volontà condivisa da Canepa che ha ugualmente mantenuto il silenzio ufficiale. Una consapevolezza che si accompagna alla fiducia di riportare la storica azienda tessile al livello che si merita, e si meritano le persone che lavorano lì. I segnali di miglioramento in questo periodo continuano e fanno sperare concretamente che il peggio sia passato.

Anche se il numero di esuberi è la metà di quello annunciato un anno fa dall’azienda (quando per la maggioranza era in mano al fondo Dea Capital Alternative Funds Sgr), non significa che non sia doloroso. Di sacrifici, appunto, se ne sono già incontrati abbastanza. Nel luglio 2018 la forza lavoro contava 469 persone: oggi ce ne sono 107 in meno, perché durante quei dodici mesi incerti, hanno abbandonato il lavoro a San Fermo della Battaglia e Cavallasca e hanno preferito trasferirsi in altre aziende.

Questo non è comunque bastato a non intervenire con una mobilità, dopo che (ad aprile) Michele Canepa ha acquisito dal fondo l’impresa. Il piano industriale passa da una serie di meticolose azioni di risparmio ad ampio raggio, logistica compresa visto che tutto verrà concentrato nello stabilimento di San Fermo. Ma alla fine un impatto anche sulla manodopera l’ha avuto. Impatto che ci è sforzati di contenere nei numeri, come dichiarato dallo stesso Michele Canepa nelle scorse settimane a più riprese.

Il confronto

Ieri la trattativa è stata intensa, fino a tardo pomeriggio. L’azienda aveva già abbassato il numero degli esuberi, inizialmente 63, ma i sindacati fino all’ultimo avrebbero provato a far scendere ancora quelle cifre. Anche perché rispetto alla dura partita dello scorso anno, si presentava una grande assente: la cassa integrazione, poiché a metà settembre scade e non vi è possibilità alcuna di attingervi.

Ecco perché sarà importante apprendere i contenuti dell’accordo oggi e capire se vi siano previste anche formule per attenuare il peso dei licenziamenti. Sarà il momento in cui i lavoratori potranno apprendere tutti i dettagli e guardare avanti. Perché Canepa questo vuole fare: guardare avanti. Consapevole di poter essere anche una voce autorevole del distretto tessile lariano.

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