Fumata nera dall’incontro. Alla Suominen Nonwovens di Mozzate confermati i licenziamenti. E continua il presidio

Continuerà il presidio davanti alla fabbrica per evitare il trasloco degli impianti. Nessuna apertura concreta neanche sul ricollocamento

Nessun cambio di programma per Suominen: la multinazionale finlandese conferma i 57 licenziamenti e la chiusura della produzione entro giugno. È stato un incontro amaro quello che si è tenuto ieri nella sede di Confindustria Como tra la Società produttrice di tessuto non tessuto, i sindacati e le Rsu dello stabilimento di via al Corbè. «Quello che ci hanno detto è assolutamente insufficiente – sottolinea Antonio Ferrari, Cobas – Non è stata accolta nessuna delle richieste che avevamo avanzato».

Cobas, Cgil e Cisl avevano fermamente chiesto il mantenimento di tutti i posti di lavoro o, in alternativa, la rioccupazione dei 57 licenziati. «Ci hanno fatto sapere che qualche azienda del territorio, senza specificare quale e dove, sarebbe interessata a qualche figura professionale, ma anche qui non sappiamo chi e quanti lavoratori».

Ferrari ha chiesto ulteriori dettagli, ad esempio se Cressa in provincia di Novara, secondo sito italiano di Suominen, potrebbe assorbire qualche dipendente di Mozzate. «La risposta è stata: «Non si sa, decideremo cosa fare». Quasi le stesse identiche parole sono state utilizzate per rispondere a un’altra domanda avanzata dai sindacati: «Che fine faranno i macchinari della linea di Mozzate, la migliore in Europea del settore dal punto di vista produttivo?».

I portavoce della società hanno tagliato corto: «Lo scenario è tutto aperto». Parole che hanno spinto i sindacati a proporre ai lavoratori di proseguire con lo sciopero e il presidio in scadenza proprio ieri. Gli operai, durante un’assemblea organizzata al termine dell’incontro di Como, si sono espressi all’unanimità: non si lavora e nulla entra o esce dallo stabilimento sino al 20 di febbraio.

«Abbiamo scelto questa data perché è successiva al prossimo incontro con l’Azienda» spiega Ferrari. Il 14 febbraio, ironia del destino giorno di San Valentino, le parti si riuniranno per la terza volta sempre in Confindustria a Como. «Nel frattempo auspichiamo già delle proposte entro lunedì prossimo» conclude il sindacalista Cobas. Ferrari non si riferisce casualmente a lunedì 6 febbraio, perché sino a quella data la società garantirà il pagamento dello stipendio base ai lavoratori, poi potrebbe chiudere i rubinetti se non si consentirà ai camion di accedere allo stabilimento.

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