Henkel, la protesta
scende in strada
L’azienda fa muro

Successo a Lomazzo per la manifestazione contro la dismissione dello storico stabilimento. Il Gruppo ribadisce lo stop. «Situazione insostenibile»

Prima giornata di sciopero alla Henkel di Lomazzo dove ieri mattina i 150 lavoratori che gravitano sullo stabilimento e che rischiano di perdere il posto di lavoro, si sono riuniti insieme ai rappresentanti delle sigle sindacali, manifestando contro la decisione di dismettere la sede comasca. Sciopero che verrà replicato ancora oggi, per otto ore e che si estenderà a tutti gli stabilimenti italiani della multinazionale tedesca.

La solidarietà

La giornata ha preso il via alle 10, quando ai dipendenti dell’azienda e ai sindacati si sono uniti anche ex lavoratori in pensione, comuni cittadini, amministratori locali e politici. Un segno forte della vicinanza del territorio rispetto alla delicata vicenda che vede coivolte centinaia di famiglie che solo pochi giorni fa sono venute a conoscenza che a giugno 2021 la sede di Lomazzo verrà chiusa.

Al presidio hanno partecipato anche il consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle Raffaele Erba, il deputato della Lega Eugenio Zoffili e la deputata del Partito Democratico Chiara Braga che ha partecipato a un incontro con i dipendenti e i rappresentanti sindacali a ComoNExT.

«Il presidio è stato molto partecipato - commenta Carlotta Schirippa segretario generale Femca Cisl dei Laghi - L’attenzione sulla questione che interessa oltre un centinaio di lavoratori è molto alta e forte la solidarietà dimostrata».

I sindacati e una delegazione di lavoratori nel pomeriggio di ieri hanno avuto un incontro a Palazzo Pirelli, nella sede del Consiglio regionale della Lombardia, al quale ha partecipato anche il Presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Alessandro Fermi.

«È stato un confronto molto positivo - spiegano i rappresentanti dei sindacati - Da Regione Lombardia è arrivata la piena disponibilità ad abbracciare la causa da noi perorata, confermando la loro disponibilità a interloquire direttamente con la casa madre di Dusseldorf».

«Abbiamo ricevuto un’attestazione di massima solidarietà che si unisce alla volontà di attivarsi perchè ci sia un ravvedimento della decisione inaccettabile di chiudere la sede di Lomazzo - prosegue Doriano Battistin, Cgil - Una prima giornata utile. Ora restiamo in attesa, non ci arrendiamo, la battaglia è dura e difficile, ma vogliamo combattere per difendere la posizione di tanti lavoratori».

In Prefettura

Nel frattempo ieri la direzione aziendale ha avuto un incontro con il Prefetto. Al momento non sono emersi spiragli per avviare una trattativa di merito (l’azienda ha ribadito le ragioni alla base della chiusura), mano tesa invece a un confronto per limitare le ricadute dal punto di vista sociale.

«Il consolidamento in un unico sito della produzione di detergenti è stato deciso dopo una valutazione molto accurata - dichiara Luca Facheris, presidente di Henkel Italia Operations - Dal 2016 a oggi i volumi di produzione sono calati di circa il 33% e l’andamento del solo 2020 non risolve una situazione di sovracapacità che è ormai un problema strutturale. Un’azienda come Henkel deve avere una visione strategica e guardare al lungo periodo: due stabilimenti in Italia non sono più sostenibili, il consolidamento è necessario per garantire stabilità e competitività. Crediamo sia ora importante intraprendere una discussione con le rappresentanze sindacali riguardo le opzioni percorribili per ridurre l’impatto sociale della decisione, di cui siamo ben consapevoli».

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