«Ho detto no ai tagli
Mi hanno licenziato
Però non mi pento»

Lanfranco Sburlino, frontaliere di Erba e responsabile della produzione di un’azienda ticinese è vittima del superfranco. Ma non ci sta.

Erba

Efficienza svizzera. «Il colloquio con l’azienda l’ho avuto alle 9. La lettera di licenziamento è stata spedita alle 11.26: fa fede il timbro postale».

Lanfranco Sburlino, 51 anni di Erba, ha pagato caro il suo rifiuto.

Quando la ditta per la quale lavora dal 1999 come responsabile della produzione, la luganese Deltacarb, gli ha proposto un taglio “prendere o lasciare” del 15% dello stipendio, lui ha scelto di lasciare.

La conseguenza è stata fulminea: un licenziamento che diventerà esecutivo non appena sarà scaduto il preavviso di tre mesi che, vista l’anzianità lavorativa, gli viene garantito dal contratto nazionale.

Eppure gli sarebbe bastato accettare una riduzione di circa 600 franchi al mese per mantenere un lavoro e una retribuzione che, in Italia, rappresentano un miraggio per molti.

Ma lui, genovese trapiantato nel 1972, a Erba, dove vive con la moglie e due figlie, non è pentito: «Perché la dignità vale più dei soldi», commenta.

La Deltacarb è un’impresa che produce utensili in metallo duro. Un’azienda in salute, assicura Sburlino; tant’è vero che, ricorda, «ha appena acquistato in Germania un macchinario da 700mila euro».

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