In provincia di Como a lenta estinzione dei piccoli negozi. Patto per rinascere, il modello di Cabiate

Il convegno Il punto sulla desertificazione commerciale. Il presidente Carlo Sangalli: «Contromisure, ma non da “riserva indiana”». Il Comune di Cabiate è capofila del progetto pilota per sostenere le piccole attività

È una estinzione progressiva e silenziosa quella dei piccoli negozi di vicinato. Pane, giornale, tabacchi e la spesa in drogheria hanno disegnato nel tempo il percorso quotidiano attorno al quale si riuniva una comunità. Un perimetro che si è rarefatto e non per colpa dei lockdown che al contrario hanno fatto riscoprire il valore dei negozi di vicinato.

Da qualche decennio

Il fenomeno della desertificazione commerciale è in atto da qualche decennio, parallelo alla crescita della grande distribuzione. Cause, conseguenze e possibili soluzioni per attenuare la tendenza sono state oggetto di analisi nel convegno “Insieme contro la desertificazione commerciale” che si è tenuto ieri mattina a Villa Gallia, luogo rappresentativo di tutto il territorio come ha ricordato Fiorenzo Bongiasca, presidente dell’amministrazione provinciale di Como, nei saluti di apertura.

Organizzata da Confcommercio Como, la conferenza è stata un momento «per accendere l’attenzione su un fenomeno pericoloso per l’intera società – ha spiegato il presidente Giovanni Ciceri – perché la riduzione dei piccoli esercizi commerciali si accompagna a una contrazione della sicurezza. Aumentano i quartieri a rischio abbandono perché vengono meno importanti presidi del territorio». Una battaglia che ha una dimensione nazionale perché il fenomeno è esteso a tutto il territorio: nell’ultimo decennio nei centri storici italiani 85mila negozi al dettaglio hanno chiuso per sempre, oltre a 10mila ambulanti. Anche per questo è intervenuto Carlo Sangalli, presidente nazionale Confcommercio Imprese, porlezzese di nascita, che ha spiegato come il fenomeno silente della desertificazione commerciale abbia bisogno di politiche di prevenzione condivise «non interventi “da riserva indiana” – ha avvertito – ma una piattaforma di regole che consenta alle imprese di crescere anche da un punto di vista qualitativo».

Una serie di casi di commercianti che hanno chiuso l’attività, presentati in un video, ha dato concretezza al fenomeno e anche aiutato a individuare alcune cause. Nel quartiere di Camerlata la scelta di spostare l’ospedale Sant’Anna e di incentivare la crescita della grande distribuzione ha svuotato i piccoli esercizi e i quattro bar che animavano la piazza di ingresso alla città si sono ridotti a uno. Più dislocato e impressionante il fenomeno nella piana di Porlezza, dove la riserva del Lago di Piano ha perso la sua cintura di prati e pascoli per una serie di aree commerciali.

L’economia del territorio

Natura, produzione agricola, piccoli negozi concorrono a una economia del territorio la cui difesa è stata oggetto degli interventi della tavola rotonda moderata da Diego Minonzio, direttore di questo giornale, che ha visto la partecipazione di Marco Galimberti, presidente CCIAA Como Lecco, Aldo Bonomi, direttore consorzio Aaster, e Davide Rampello, direttore artistico creativo, manager e consulente culturale. Un primo intervento per invertire la desertificazione commerciale è stato illustrato da Maria Pia Tagliabue, sindaco di Cabiate: “una tantum” di 5mila euro per chi apre un negozio, agevolazioni per i primi tre anni di attività e sostegni per attrarre nuove attività oltre a un contributo fino a mille euro per rinnovo locali per i negozi già sul territorio comunale. Un esempio virtuoso per rigenerare il tessuto economico, urbano e quindi sociale.

Il progetto è accompagnato e sostenuto da Confcommercio Como attraverso un protocollo d’intesa siglato ieri dal presidente Giovanni Ciceri e dalla sindaco Maria Pia Tagliabue.

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