L’estetista si mette i baffi
in segno di protesta
«Chiusa e ristori ridicoli»

Provocazione ironica di Gloria Grassini, titolare di due attività a Como e a Cantù

Un vero e proprio paradosso per un’estetista è quello di farsi crescere i baffi e tenere le sopracciglia poco curate. Gloria Grassini, titolare di due centri specialisti nelle depilazione con luce pulsata e laser - Nomasvello a Cantù e Ponte Chiasso - lo sa bene, eppure ha scelto di presentarsi in una veste ironica sulla sua foto profilo di Facebook.

«Per solidarietà a tutte le mie clienti disperate cambio immagine profilo», queste le parole dell’estetista, ed ecco spuntare sul viso dei baffetti e delle sopracciglia foltissime, una provocazione ironica a fronte della terza settimana di chiusura dei centri estetici in zona rossa.

«Sono davvero arrabbiata e anche demoralizzata - afferma l’estetista - sono sempre più convinta che viviamo in un Paese che penalizza le imprese, soprattutto quelle piccole». Nel 2020 l’attività è stata chiusa per cinque mesi registrando un 20% di perdita netta nel fatturato. Un fanno ingente che è stato compensato da due tranche di ristori da 600 euro e un terzo e un quarto in base al fatturato. «Le mie tre dipendenti sono in cassa integrazione e ancora non hanno percepito l’indennità del mese di novembre - afferma Gloria Grassini - sono preoccupata per la mia attività». Un misto di amarezza e preoccupazione per il futuro. «Non contesto il fatto che dobbiamo rimanere in zona rossa per l’aumento dei contagi - continua Gloria - ma nel momento in cui la mia attività produce zero fatturato vorrei un sostegno economico dignitoso dallo Stato. Un sostegno che, per il momento, nel 2021, non è ancora arrivato».

I centri estetici hanno sempre assicurato grande attenzione alla sicurezza: «Ci tengo a precisare che nei miei due negozi stiamo seguendo dei protocolli di sicurezza identici a quelli degli studi medici - afferma l’estetista - gli studi medici che si occupano di chirurgia estetica e di alcuni servizi che proponiamo noi, possono invece rimanere aperti senza problemi» .

Il disagio è quello di un’intera categoria che peraltro paga il peso della concorrenza sleale degli operatori abusivi a domicilio. «Qua fuori, c’è un’intera filiera di piccole imprese che sta morendo - afferma Gloria Grassini - sono sconfortata ma non perdo la carica e l’ottimismo per andare avanti. Mi basterebbe che tornassimo presto in zona arancione di modo da poter riaprire i centri e rivedere le mie clienti. Molte di loro mi scrivono per prendere già appuntamento. Quando siamo aperti, se pur in fascia arancione, le mie clienti arrivano truccate e vestite di tutto punto perché hanno anche loro voglia di uscire e di tornare alla normalità».

© RIPRODUZIONE RISERVATA