Lombardia zona gialla
Ma in frontiera non si cambia
Dalla Svizzera shopping vietato

Da Como resta limitata ai lavoratori frontalieri la possibilità di andare oltreconfine, niente pieno di benzina a Chiasso

Il problema sta tutto nelle certificazioni o meglio nell’attestazione di essersi sottoposto alle quarantotto ore precedenti l’ingresso in Italia a tampone molecolare (risultato negativo), tenendo conto che l’alternativa è costituita da 14 giorni di isolamento fiduciario. Dunque il passaggio da zona arancione a zona gialla - annunciato ieri in anteprima a metà pomeriggio dal Governatore Attilio Fontana - non sposterà in alcun modo gli equilibri di confine. Il che significa che i clienti ticinesi non potranno ancora varcare il confine per la spesa o lo shopping a Como e più in generale nei territori di confine così come i comaschi non potranno recarsi in Ticino per il pieno di carburante, come già avviene da un mese abbondante a questa parte. Dalle misure è bene rimarcarlo continuano - a buon diritto - a essere esclusi i frontalieri.

E’ stato il sito del Corriere del Ticino a puntualizzare il fatto che con la Lombardia che diventa zona gialla per i ticinesi non cambia nulla. “La Provincia” ha poi chiesto lumi a Sergio Aureli, esperto di questioni transfrontaliere: «Se il passaggio della Lombardia da zona arancione a zona gialla viene accolto con tutti i favori del caso al di qua del confine sia sotto l’aspetto sanitario che sotto quello prettamente economico, un discorso a sé va invece approntato nel segmento che interessa le dinamiche transfrontaliere. E’ evidente che il Dpcm - in tutte le sue declinazioni - non ha contemplato quelle che sono le specificità dei territori di confine. Il tema di fondo è che alla legittima tutela dei lavoratori frontalieri - per cui non cambia nulla - esistono anche altre tematiche, lasciate invece senza le specifiche o gli approfondimenti del caso. Ad oggi anche solo un pieno di carburante potrebbe costare una quarantena. Per questo è importante che il Governatore lombardo Attilio Fontana faccia proprie queste istanze e le presenti direttamente a Roma».

Analogo discorso vale per i ticinesi (una clientela importante, tenendo conto anche dell’approssimarsi ormai al periodo natalizio) che guardano al nostro territorio per la spesa negli ipermercati o nei negozi del capoluogo e dei Comuni di confine (ma non solo). «Un aspetto anche questo che mi auguro venga approfondito al più presto - sottolinea ancora Sergio Aureli -. I territori di confine hanno bisogno di regole che non possono essere uguali e quelli di altri territori della Regione». In queste settimane ha tenuto banco il discorso legato ai controlli ai valichi. In molti hanno notato infatti l’assenza dei rinforzi richiesti a gran voce dal presidente del Governo di Bellinzona, Norman Gobbi. A “La Provincia” l’Amministrazione federale delle Dogane ha fatto sapere che il personale “è presente ai valichi di frontaliera nell’ambito del suo mandato che svolge attualmente senza nessuna modifica. Effettua controlli casuali e basati sul rischio, su persone e merci”. Nessun riferimento dunque ai rinforzi richiesti dal Ticino.

© RIPRODUZIONE RISERVATA