Rabbia e paura alla Sisme
«Non dormiamo più»

Domani in pullman per andare a seguire la trattativa. In 223 rischiano il posto: «E per chi resta, che futuro avrà?»

«Non dormiamo più la notte. Proviamo paura, rabbia. Anche chi resterà, non sa che futuro avrà».

È lo stato d’animo dei lavoratori Sisme, dopo il mancato accordo per la prosecuzione nel 2014 dei contratti di solidarietà. Ultima chiamata l’incontro di domani in Regione, per tentare di evitare in extremis 223 licenziamenti su 492 occupati. Per favorire la massima partecipazione, sono stati organizzati dei pullman.

«Non mi aspettavo tanta rigidità. Da parte sindacale, credo si sia fatto il possibile per trovare un accordo - dichiara Marica Di Vita, 14 anni in Sisme - Siamo alla fine. C’è tanta rabbia e delusione nel sentirsi trattati così, dopo aver dato tanto all’azienda».

È una delle tante voci che abbiamo raccolto ieri. Fa paura il licenziamento, ma anche la prospettiva di lavorare in una fabbrica dimezzata. «Non so chi starà peggio? Chi se ne andrà o chi rimarrà, perché entrambi avranno grossi problemi - osserva Giampaolo Maglione dal 2000 alla Sisme, dove lavora anche la moglie - Siamo tutti così arrabbiati e demoralizzati che verrebbe da dire cose forti, ma con la crisi che c’è nessuno sputa sul lavoro».

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