Senza betulla russa
va in crisi il parquet
Aziende in difficoltà

Mancano i prefiniti per la pavimentazione. Il caso della Bellotti, specializzata su nautica e treni. «Le alternative? Non si trovano in tempi brevi»

Senza betulla niente parquet. Il compensato dell’essenza resistente e stabile che viene dalla Russia è difficilmente sostituibile. Il divieto di import da Russia e Bielorussia di una serie di prodotti ha investito anche legno e prodotti lavorati, oltre a cemento, liquori e altro per un valore complessivo di 5,5 miliardi.

Il quinto pacchetto di sanzioni è stato varato l’8 aprile scorso e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale europea aggiungendo ulteriori restrizioni ai commerci con la Russia.

«Con questa ulteriore misura si è posto il vero problema circa la reperibilità della materia prima legno e dei prodotti lavorati come i tavolati necessari ai pavimenti, in particolare manca il legno di betulla» spiega Valentina Bellotti, responsabile marketing e socia con il fratello Pietro della Bellotti, storica azienda familiare di Cermenate che si è progressivamente specializzata nella produzione di pavimentazione per la nautica e, più di recente, per i treni e le metropolitane con commesse internazionali.

Il divieto ufficiale di importazione segue altre restrizioni: prima c’è stato il blocco degli swift bancari che rendeva impossibile pagare le aziende che esportavano. Ma il problema non è nato con la fine di febbraio e l’inizio della guerra in Ucraina, il conflitto ha peggiorato una crisi già in atto dovuta all’aumento dei prezzi.

La specificità del legno di betulla e la sua provenienza quasi esclusiva dalla Russia rende ora il compensato di betulla introvabile.

«Si tratta del principale componente, per resistenza e stabilità, all’interno della pavimentazione per treni e trasporti ferroviari che sono realizzati per il 90% in betulla - continua Valentina Bellotti - adesso c’è una acuta carenza del materiale a fronte di ordini importanti. La nostra azienda lo acquista per il 60% dalla Russia, solo in parte dal nord Europa, ma questo secondo canale non è sufficiente a garantire il fabbisogno della produzione».

Le alternative

L’interruzione delle esportazioni è stata piuttosto improvvisa ed è difficile trovare materiali alternativi in tempo rapidi.

«Il nostro ufficio tecnico sta verificando le qualità di altri materiali con caratteristiche paragonabili alla betulla, ma non sono soluzioni che possono essere pronte oggi per domani e proposte come valide alternative. Si realizzano prototipi che vengono testati e la fase di verifica può durate anche settimane. Se soddisfa i test interni, il prodotto viene mandato a dei laboratori esterni certificati in modo che possano produrre report ufficiali» aggiunge Bellotti perché c’è un’ulteriore complicazione che riguarda la specificità della sua azienda: «oltre a trovare soluzioni tecniche adeguate, è necessario garantire su ogni materiale le certificazioni richieste dai clienti» che nel caso della Bellotti sono Ferrovie Nord Milano, Frecciarossa, la metropolitana milanese e come tali hanno standard vincolanti per la provenienza dei materiali.

Le certificazioni

«Non lavoriamo infatti nelle case private. Il rapporto con gli enti pubblici vincola a certificazioni molto rigide legate all’applicazione ma anche alla tipologia di materiale con certo tipo di peso specifico, stabilità e resistenza meccanica che dipende dalla qualità del legno - ha concluso Valentina Bellotti - tra le ipotesi al vaglio dell’ufficio tecnico ci sono essenze di provenienza africana. Una volta superata la doppia fase di test si tratterà di verificare se il fornitore soddisfa i requisiti di sostenibilità e tracciabilità richiesti perché sia che i treni siano per clienti in Europa, in India o negli Stati Uniti, le certificazioni dei materiali forniti sono imprescindibili».

© RIPRODUZIONE RISERVATA