Sharing economy, nuova sfida
Auto a noleggio come su Airbnb

GetMyCar ha base a Chiasso ed è connessa a settanta grandi aree di parcheggio

Per la maggior parte del tempo non fanno proprio nulla, se ne stanno parcheggiate. Le auto in media vengono utilizzate poche ore al giorno, per il resto ingombrano e perdono valore. All’interno del network ParkinGo, realtà italiana nata nel ’95 e affermata anche all’estero di grandi parcheggi soprattutto in appoggio agli aeroporti, nasce l’idea di GetMyCar.

«Le auto di chi parte per viaggi di lavoro o vacanza restano inutilizzate per giorni - spiega Silvio Cavallo, responsabile marketing di ParkinGO e membro del CDA di GetMyCar - si è pensato che fosse una buona idea rimetterle in circolo secondo una logica di sharing economy». Negli Stati Uniti esistono già formule simili, si tratta di condividere temporaneamente la propria auto per il periodo in cui non serve al proprietario. Una logica del tutto analoga a quella di Airbnb per le case con spazi sottoutilizzati.

«Secondo diverse indagini la macchina viene sfruttata poco rispetto alle potenzialità: è su strada il 10% del tempo, per il resto è parcheggiata. - Continua Silvio Cavallo - In funzione di questo, abbiamo ragionato su come ottimizzarne l’utilizzo e calmierarne i costi. La soluzione è la condivisione tra privati, il “car sharing”».

Dalla considerazione che la macchina è un bene che si svaluta negli anni e si usa poco, ma ugualmente quasi tutti i nuclei familiari ne possiedono una, il passo verso lo strumento, un’app, per rendere possibile compensare i costi fissi che la proprietà di un’auto comporta. Perché il passaggio possa funzionare serve una infrastruttura: spazio e persone.

La rete

La rete dei settanta parcheggi di ParkinGo è stata quindi il contesto strategico dove una nuova idea di condivisione ha potuto concretizzarsi. Le macchine ci sono, il personale per le operazioni di consegna e ritiro pure, mancava la piattaforma on line dove far incontrare i proprietari delle auto con gli utenti del servizio. Così è stata sviluppata la app GetMyCar che permette la registrazione degli utenti e dei proprietari e la possibilità di caricare la descrizione e le foto della propria auto, a quale costo e per quale periodo. Si resta poi in attesa delle prenotazioni. Il contratto è tra privati, GetMyCar è solo l’app che permette l’incrocio di esigenze, come in tutte le forme di sharing economy.

«ParkinGo si fa garante che l’auto venga riconsegnata nelle condizioni originali. La logica è del tutto simile a quella del noleggio auto tradizionale: si consegna e si riceve con il serbatoio pieno, il personale provvede al lavaggio dell’auto prima e dopo, consegna e ritira le chiavi». Per tutta la durata della condivisione sia il proprietario dell’auto che il guidatore sono assicurati con una polizza Europ Assistance temporanea, comprensiva di Kasko, furto e incendio, dell’eventuale aumento bonus-malus e servizio di assistenza stradale. In caso di multe GetMyCar ne addebita il costo all’utente che ha condiviso l’auto e rimborserà il proprietario con un bonifico.

Le tariffe, concordate on line, a giornata, sono pagate attraverso la piattaforma on line. Rispetto a un noleggio da agenzia la condivisione tra privati non ha tariffe particolarmente vantaggiose ma permette a chi utilizza il mezzo di scegliere un’auto precisa e non una categoria inoltre è da subito tutto incluso. Il proprietario ha un introito sulla propria macchina che altrimenti sarebbe rimasta inutilizzata e guadagna fino all’80% della tariffa pattuita. Il 20% rimane alla piattaforma e ai servizi di parcheggio. «GetMyCar è nata con un finanziamento privato nel 2017. A novembre 2018 c’è stato il primo round di investimento di 2 milioni e 700mila per il lancio del team e la gestione della piattaforma».

Gli ostacoli

Al momento GetMyCar esiste al momento solo nei parcheggi presso gli aeroporti, ma un test è attivo in città. Le difficoltà, più che logistiche, sembrano di ordine culturale e normativo.

«Noi non noleggiamo l’auto di un privato ma siamo in un’ottica di condivisione dei costi, secondo la strategia che già ci hanno insegnato BlaBlaCar o Airbnb. - Spiega Silvio Cavallo - La legislazione italiana non prevede il noleggio, quindi siamo dei facilitatori, ma sono gli utenti che stipulano tra loro il contratto. Partecipiamo all’osservatorio sulla mobilità che si sta facendo portavoce di una modifica di legge perché la sharing economy per ora si muove in un buco legislativo».

L’Osservatorio Nazionale Sharing Mobility esiste dal 2015 ed è promosso dal Ministero dell’Ambiente, delle Infrastrutture e Trasporti e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. Ha l’obiettivo di sostenere e promuovere il fenomeno della sharing mobility in Italia. Sono state presentate una serie di proposte di variazione di legge per regolamentare un mobilità alternativa che va da BlaBlaCar all’utilizzo dei monopattini elettrici fino alla regolamentazione del car sharing. All’osservatorio aderiscono molte realtà diverse e innovative ma include anche Aci e le Ferrovie, un network che guarda a quello che di nuovo sta succedendo.

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