Sindacato, Cgil e Unia
firmano l’alleanza
Più tutele ai frontalieri

Un’alleanza transfrontaliera più forte, a tutela dei lavoratori. Cgil Lombardia, Piemonte e Unia Uss Ticino, alla presenza della responsabile del Dipartimento Internazionale della Cgil Susanna Camusso (dal novembre 2010 al gennaio 2019 segretaria generale della Cgil), hanno siglato ieri un accordo a tutela dei lavoratori frontalieri e, non da ultimo, dei lavoratori distaccati transnazionali, tema quest’ultimo di strettissima attualità.

Tanto per dare un ordine di grandezza, i frontalieri che dall’Italia si recano in Svizzera nei Cantoni Ticino, Grigioni e Vallese sono più di 71 mila, ben 62 mila dei quali impiegati in Ticino, cui si aggiungono gli oltre 10 mila lavoratori distaccati transnazionali. «Il lavoro transfrontaliero, in crescita, ormai strutturato, richiede una nuova e più forte alleanza tra le organizzazioni sindacali - fanno sapere i firmatari del documento (tra le firme in calce c’è anche quella di Giacomo Licata, segretario generale della Camera del Lavoro di Como) -.

Lo scopo dell’accordo è quello di consolidare la collaborazione politico-sindacale e ampliare il servizio sindacale di consulenza sociale per i lavoratori frontalieri italiani in Canton Ticino».

Va ricordato che nell’ultimo anno, in Canton Ticino, i frontalieri sono diminuiti di 2 mila unità. Non accadeva da dieci anni. Anche per questo una collaborazione transfrontaliera a livello sindacale rafforza le tutele nei confronti dei nostri lavoratori, tenendo conto anche del fatto che in Ticino sono alcuni comparti prevedono garanzie per gli addetti. Laddove non esistono contratti collettivi di lavoro, la posizione del frontaliere si fa più complessa e al tempo stesso più fragile. Tra gli obiettivi dell’accordo c’è anche la ricerca di «nuove formule di tutela legale per i (nuovi) iscritti frontalieri italiani all’organizzazione svizzera legati da doppia affiliazione con la Cgil, in aggiunta a quanto già previsto con il patronato Inca o gli sportelli Caaf».

«Le due organizzazioni sindacali - si legge in una nota congiunta diffusa nel pomeriggio - si impegnano da un lato ad avviare percorsi di formazione e riqualificazione professionale attraverso le strutture di formazione svizzere legate alle stesse, dall’altro a rafforzare i presidi sindacali transfrontalieri attraverso percorsi strutturati e periodici di formazione degli apparati sindacali». Importante anche il fatto che tra Cgil e Unia «sarà garantito lo scambio di informazioni, oltre all’organizzazione di convegni, assemblee e riunioni, in cui ci si occuperà degli aspetti contrattuali», ma anche «dei problemi assistenziali e di quelli relativi alla situazione occupazione e dello sviluppo in tutta la zona di confine». Questo perché i frontalieri fanno parte a pieno titolo delle dinamiche di entrambe le realtà lungo la linea di confine.

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