Tessile e maxi bollette
Cresce il fatturato
e si lavora in perdita

Federico Colombo, Ceo della Penn Italia di Bregnano rilancia l’appello al governo lanciato da Sistema Moda Italia. «Soffrono tutti i paesi europei, costi insostenibili»

«L’intervento del governo è assolutamente basilare ma bisogna agire anche a livello di Comunità Europea, l’aumento del costo di gas ed elettricità non è un problema solo italiano».

Federico Colombo, ceo della Penn Italia di Bregnano e vice presidente del Gruppo Filiera Tessile di Confindustria Como, sottoscrive le preoccupazioni di Sergio Tamborini, presidente di Sistema Moda Italia, che auspica un «intervento del governo in soccorso alla seconda manifattura del paese» messa a rischio dal caro bollette ma non solo, Colombo rilancia la richiesta di intervento che deve essere a più ampio raggio e ricomprendere l’Europa nel suo insieme.

Gli aumenti si stanno verificando praticamente in tutti i paesi europei: «Considerando la nostra produzione in Germania, se prendiamo i volumi del 2019, ai quali aggiungiamo un incremento per la nostra azienda nel 2022, quest’anno arriveremo ad avere una spesa di gas vicino ai 2milioni di euro. La cosa assurda è che pur avendo la fortuna di avere un aumento di fatturato, rischiamo di andare in perdita perché non riusciamo a trasferire questi aumenti smisurati a valle, al cliente finale».

Ai costi in salita dell’energia si uniscono quelli relativi alle materie prime altro tasto dolente della ripartenza: «Abbiamo avuto nell’arco di un anno aumenti del 30% su quasi tutti i filati. Il rischio è che molte aziende, colossi che hanno consumi ben più alti rispetto ai nostri, finiscano per decidere di interrompere le produzioni perché giustamente se far funzionare un impianto significa fare un bagno di sangue, è meglio non accenderlo».

Il ruolo del governo è più che mai centrale: «Deve muoversi anche a livello europeo per trovare un sistema, capisco non sia possibile ritornare a un livello di costi come nel 2019 ma così la situazione rischia di diventare insostenibile».

I numeri

Gli aumenti dei costi dell’elettricità in Italia si calcolano tra il +470% e il +650% rispetto ai valori 2020, mentre quelli per il gas arrivano a circa +830% mettendo a rischio l’attività di tutti i settori che consumano più energia come quello tessile. «In Germania il gas lo pagavamo 0,30 al metro cubo, oggi siamo su 1,35 euro. Ingestibile. Il Governo deve accelerare sugli interventi ma deve anche esserci una campagna di sensibilizzazione a livello europeo».

Molte filiere non sono più solo italiane ma allargate all’Europa e all’interno di queste filiere nessun anello può considerarsi al riparo: «Ovviamente vengono penalizzate maggiormente in questo momento le aziende manifatturiere, quelle che si occupano della produzione, dove i consumi sono molto più alti poi però si rischia l’effetto domino su tutta la filiera. Le stamperie e le tintorie per esempio, dove il consumo energetico è enorme».

Il settore

Il periodo difficile del comparto prosegue: «Il tessile non sta passando anni fortunati, se da una parte si assiste alla ripartenza dall’altra è arrivata una slavina di aumenti mai vista prima».

«L’aumento dei prezzi globali dell’energia è una seria preoccupazione per l’Ue – ha dichiarato il commissario europeo per l’energia Kadri Simson - Mentre emergiamo dalla pandemia e iniziamo la nostra ripresa economica, è importante proteggere i consumatori vulnerabili e sostenere le aziende europee».

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