La vacanza di Obama
e la funzione del giornale

“Yes we can”. Era lo slogan presidenziale di un signore che, come tanti altri in questo fine settimana, è venuto, assieme alla famiglia, ad ammirare e omaggiare il “lago più bello del mondo”. Sì, noi possiamo e, anche dobbiamo vivere. I noi siamo i giornali, quell’ammasso di carta stampata e colorata che l’umanità accarezza con le mani e gli occhi da più o meno mezzo millennio e sembra destinata all’estinzione. Ma proprio quanto accaduto potrebbe farvi riflettere e contribuire a deviare un destino in apparenza ineluttabile. Perché i giornali hanno da sempre una mission: raccontare e magari interpretare quello che succede. E in questo fine settimana sul lago di Como è accaduto qualcosa che nel giro di non moltissimo tempo potrebbe cambiare addirittura le sorti del mondo.

Il signore che è arrivato assieme alla famiglia si chiama Barack Obama, ha fatto parecchie cose nella sua vita, la più importante è stata quella di essere per otto anni, il primo presidente di colore degli Stati Uniti. Sarebbe arrivato a trovare un amico che è da tempo di casa da queste parti, a Laglio, l’attore e regista George Clooney, di simpatie democratiche e, a quanto si sussurra, con velleità politiche. Magari quella di seguire le orme di un altro attore, Ronald Reagan che era repubblicano e non democratico, ma è passato da Hollywood alla Casa Bianca. E Barack Obama sarebbe arrivato a Villa Oleandra non solo per godersi il lago, la piscina della dimora riportata a giusta temperatura dall’idraulico Dante, gli spaghetti della cuoca Vivi e una cena al Grand Hotel Villa d’Este. Lo scopo della visita dell’ex presidente sarebbe infatti stato anche quello di garantire il proprio sostegno a Clooney per un’eventuale sfida a Donald Trump nelle elezioni del 2020. Un evento che potrebbe cambiare il mondo appunto. Ed è successo proprio qui.

E voi, cari lettori, come l’avete appreso. Grazie a quel fogliaccio di carta che avete tra la mani, che primo ha dato la notizia, poi seguito da tutti gli altri come il gruppo che segue il fuoriclasse nelle gare sportive. Insomma voi avete avuto un posto in prima fila nella notizia della visita di Obama sul lago senza neppure pagare il supplemento. Sono bastati quell’euro e trenta che, grazie infinite, ci regalate tutti i giorni. Questa fortuna, vostra e nostra, è merito di una giornalista che, è qui viene il difficile..., pur avendo superato da qualche tempo l’età adolescenziale, mantiene la curiosità e la voglia di fare questo mestiere come una ragazzina. Chapeau alla signora Serena Brivio che, con tenacia e capacità di gestire le giuste relazioni, ha confezionato e cullato questo scoop per donarlo ai lettori del suo giornale. Capite che fortuna avete e abbiamo? Senza Serena e La Provincia, due anime inscindibili, il mondo non avrebbe mai appreso della visita di Obama e tutto quello che ne potrebbe derivare. E se qualcuno di voi l’avesse appresa da altre fonti è giusto che sappia che si tratta solo di imitazioni, cineserie informative (con tutto il rispetto per i cinesi). La qualità dell’originale sta qui e basta.

Ma questo è un solo un caso eclatante. Se ne potrebbero citare molti altri. E ci mancherebbe. Perché questa è la ragione vitale dei giornali come La Provincia. Dare informazioni: autentiche perché controllate e verificate con tutta la cura doverosa. Raccontare la realtà certificata che forse non è quella dei social. Che per questo sono gratis (per modo di dire perché poi si dimentica facile i costi di connessione) mentre La Provincia e gli altri giornali di carta vi chiedono un contributo, peraltro poco più di un caffè al giorno, ma in cambio, come forse avrete capito in questi giorni, sanno darvi tanto.

Questo pezzo non è uno spottone per tentare di perpetuare l’accanimento terapeutico dei giornali, ma l’ennesima dichiarazione d’amore di chi, come tanti e come Serena, sta vivendo una lunga storia di passione con questo lavoro. E ovviamente non vorrebbe che finisse. Il nostro destino, quello dei giornali e di un’informazione seria e rigorosa è però nelle vostre mani. Come forse quello del mondo potrebbe essere in quelle di George Clooney da Laglio, provincia di Como. E ora lo sapete.

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