Arrivano case e ospedali di comunità
La sanità lombarda cambia ancora

Rischia di slittare il progetto di cittadella della salute negli spazi di via Napoleona - All’ex Sant’Anna troverà posto una delle nuove strutture assistenziali a gestione infermieristica

Ospedali e case della comunità, il futuro della sanità comasca è ormai deciso e il potenziamento della cittadella in via Napoleona rischia un rinvio.

La Regione si appresta in consiglio a discutere e varare la nuova riforma sanitaria dalle ceneri della legge voluta da Roberto Maroni. Al netto del dibattito e dell’inevitabile scontro politico le scelte principali sono però già state prese.

Gli ospedali della comunità in provincia di Como saranno quattro.

Il vecchio Sant’Anna, il Sant’Antonio Abate di Cantù, l’Erba Rinaldi di Menaggio e il Felice Villa di Mariano Comense. Menaggio e Mariano verranno attivati nella seconda metà del 2022, l’ex Sant’Anna nella seconda metà del 2023, quanto a Cantù alla fine del 2024.

Infermieri e medici di famiglia

Le promesse della politica garantivano che il nuovo servizio sanitario in via Napoleona sarebbe stato rapido, così invece non è, ma è pur vero che la cittadella della salute in città ospiterà dall’anno prossimo una casa della comunità. Andiamo per ordine, gli ospedali di comunità sono nelle volontà della Regione dei luoghi fisici, dotati di almeno 20 posti letto ospedalieri fino a un massimo di 40. Questi ospedali saranno principalmente a gestione infermieristica, per dei bisogni di cura ad intensità medio bassa. Le degenze di breve durata, le convalescenze post operatorie, senza bisogno di occupare i letti dei grandi ospedali votati sempre all’emergenza e alla chirurgia. Il punto interrogativo è il reperimento degli infermieri, professionisti che la sanità fatica ad assumere. Niente cambierà per i veri ospedali come quello di San Fermo, votati alle urgenze.

Le case della comunità invece saranno degli ambulatori con medici di famiglia, pediatri, specialisti, infermieri di comunità e altri professionisti sanitari. Per le prestazioni non acute, per la piccola diagnosi, a servizio anche dei tanti pazienti fragili e cronici. Nel Comasco la Regione intende costruirne 12. Nel 2022 come detto in via Napoleona, a Campione d’Italia nell’ambulatorio socio sanitario, ad Olgiate Comasco negli attuali servizi di piazza Italia e di via Roma, a Cantù sempre all’ospedale di via Domea, a Menaggio sempre all’ospedale e a San Fedele al presidio di via Andreetti. Nel 2023 invece è prevista l’attivazione di un casa della comunità a Fino Mornasco nell’ambulatorio di via Trieste, a Ponte Lambro al poliambulatorio di via Verdi, a Mariano Comense al presidio ospedaliero, infine nel 2024 all’ambulatorio di via Garibaldi a Bellagio, a quello di Lomazzo in via Rampanone e a quello di Porlezza in via Garibaldi.

Molto nella pratica dipenderà dall’adesione dei medici di famiglia.

Sei centrali operative

Infine nel 2022 verranno attivate sei centrali operative per rispondere più rapidamente a domande e informazioni. In via Napoleona, a Ponte Lambro, a Menaggio, ad Olgiate, all’ospedale di Cantù e a Lomazzo nelle stesse sedi sopra citate.

Questo è il quadro deciso dalla maggioranza che guida il Pirellone. Le minoranze come ovvio lamentano lo scarso dialogo e la mancata condivisione con i territori.
S. Bac.

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