Canzo rinuncia alla “Fera di Usei”: «Forse tornerà nel 2023, ma diversa»

La manifestazione Alle spalle 58 edizioni. Non sarà garantita nemmeno l’anno prossimo. Rizzi: «Con il Covid è calato lo spirito. Non riusciamo a trovare le persone per organizzarla»

La”Fera di usei” non si farà più. Non ci sarà quest’anno, il terzo consecutivo - era prevista per domenica - e se ripartirà nel 2023, non si presenterà con la formula tradizionale e conosciuta da ben 58 edizioni. Scompare un altro pezzo di storia. A far vacillare e cambiare la manifestazione che ogni anno raccoglieva a Canzo migliaia di persone - nell’ultima edizione del 2019 circa 5mila – sono stati il Covid, l’assenza di giovani nel volontariato e, forse, anche le ripetute proteste degli animalisti potrebbero aver avuto un peso.La fiera di Canzo era una delle più importanti a livello regionale ed era realizzata dai cacciatori del paese.

Alberto Rizzi, referente del gruppo, racconta la decisione sofferta. «Purtroppo per quest’anno non si farà perché non riusciamo a trovare le persone per organizzarla – spiega Rizzi -. I due anni di Covid hanno fiaccato lo spirito, la volontà delle persone e la voglia di stare assieme, poi siamo un gruppo non più giovane e anche questo ha inciso». Niente fiera nel 2022 ma nel 2023 nel caso si faccia sarà una rivoluzione.

«Non posso garantire si riparta nel 2023 anche perché si rinnovano le cariche e quindi bisogna capire cosa succede nell’associazione - aggiunge ancora Rizzi - c’è anche comunque la possibilità vengano prorogate. In ogni caso, la formula della fiera cambierà completamente come collocazione, contenuti e nome. Dobbiamo svecchiare la manifestazione». In realtà non sembrerebbe essercene così bisogno, considerando le 5mila presenze dell’ultima edizione: «I cacciatori sono sempre meno e anche noi organizzatori poi abbiamo bisogno un aiuto, ci darà una importante mano il Gruppo Cinofilo Comasco».

Quindi la “Fera di Usei” vedrà impegnati i cacciatori di Federcaccia Canzo di cui è presidente Rizzi e il gruppo cinofilo. «Se si farà, cambierà molto, innanzitutto non sarà più ad agosto ma a luglio e non è detto si faccia in piazza del mercato, potrebbe essere realizzata al Parco Barni o in Villa Meda – continua Rizzi -. Cambierà anche il nome, tipo Fiera della Natura o qualcosa di simile e anche in parte i contenuti, ci sarà più spazio per la cinofilia con concorsi anche a livello nazionale o regionale». Con il cambio di nome viene il sospetto che si vogliano “accontentare” anche gli animalisti che negli ultimi anni hanno più volte creato dei gruppi di protesta proprio contro la fiera: «Assolutamente no, è un cambiamento che va fatto per rendere l’evento più moderno e dargli un’altra dimensione, degli animalisti non c’interessa: come si dice, “Non ti curar di loro, guarda e passa”».
Giovanni Cristiani

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