Abbonamento Asf fotocopiato
Il giudice: «È una truffa aggravata»

Ventenne comasca condannata. Dovrà pagare pure 500 euro oltre alle spese legali. Giro di vite dell’azienda di trasporto contro chi falsifica i documenti

Como

Per risparmiare 220 euro d’ora in poi si rischiano una condanna penale, una multa, un risarcimento danno da 500 e il pagamento delle spese legali per oltre duemila euro. Almeno stando a quanto ha deciso il giudice di Como Walter Lietti che ha condannato a tre mesi (pena sospesa) per truffa aggravata una ragazza comasca accusata di aver viaggiato a bordo di un bus di Asf con un abbonamento falso. Più precisamente la giovane, secondo l’accusa, avrebbe esibito una tessera annuale fotocopiata.

Condanna scampata - per particolare tenuità del fatto - per un altro ragazzo finito a processo: aveva falsificato un abbonamento mensile, causando quindi un danno di una trentina di euro, decisamente inferiore a quello contestato alla ragazza.

Protagonista suo malgrado di una sentenza destinata a creare un precedente è una comasca, ventenne all’epoca della denuncia. Nel 2012 la ragazza - almeno secondo l’accusa e il giudice di primo grado, perché lei nega su tutta la linea - sarebbe stata sorpresa da un controllore a bordo di un bus con il documento falso. Abbonamento ritirato dal controllore il quale, all’epoca, non aveva proceduto a identificare formalmente la giovane, pur riconoscendola nel corso del processo.

L’imputata, difesa dall’avvocato Aldo Turconi e per la quale anche l’accusa aveva chiesto l’assoluzione, impugnerà la sentenza in appello forte di una dichiarazione del datore di lavoro - che però non si è mai presentato a testimoniare - secondo il quale (timbrature del cartellino alla mano) nel giorno e nell’ora del verbale del controllore di Asf la ragazza si trovava sul luogo di lavoro.

Ma al netto di come andrà l’appello, il processo che si è chiuso in Tribunale a Como segna un cambio di strategia da parte di Asf (che si è costituita parte civile assistita dall’avvocato Roberto Bruni) nella lotta contro chi falsifica gli abbonamenti. Non più soltanto contravvenzioni, ma denunce penali e cause civili.

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